Bayern Monaco Calcio | ||||
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Campione di Germania in carica | ||||
Detentore della Supercoppa di Germania | ||||
Der FCB, Die Bayern (I Bavaresi), Die Roten (I Rossi) | ||||
Segni distintivi | ||||
Uniformi di gara
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Colori sociali | Rosso e bianco | |||
Inno | Stern des Sudens (La stella del Sud) Willy Astor | |||
Dati societari | ||||
Città | Monaco di Baviera | |||
Nazione | Germania | |||
Confederazione | UEFA | |||
Federazione | DFB | |||
Campionato | Bundesliga | |||
Fondazione | 1900 | |||
Presidente | Uli Hoeneß | |||
Allenatore | Carlo Ancelotti | |||
Stadio | Allianz Arena (75 024 posti) | |||
Sito web | www.fcbayern.de | |||
Palmarès | ||||
Titoli di Germania | 27 | |||
Trofei nazionali | 18 Coppe di Germania 6 Supercoppe di Germania 6 Coppe di Lega tedesca | |||
Trofei internazionali | 5 Coppe dei Campioni/Champions League 1 Coppe delle Coppe 1 Coppe UEFA/Europa League 1 Supercoppe UEFA 2 Coppe Intercontinentali 1 Coppe del mondo per club | |||
Stagione in corso | ||||
Si invita a seguire il modello di voce |
Il Fußball-Club Bayern München AG, noto internazionalmente come Bayern München o Bayern e in Italia come Bayern Monaco, è una società polisportiva tedesca avente sede a Monaco di Baviera, celebre per la sua sezione calcistica, che milita nella Bundesliga, la massima divisione del campionato tedesco di calcio. Fu fondato nel 1900 da alcuni membri del MTV 1879 München.
La sezione calcistica della polisportiva bavarese è la più titolata in Germania, avendo vinto 27 campionati, 18 Coppe nazionali, 6 Supercoppe di Germania e 6 Coppe di Lega tedesche, nonché una tra le più vittoriose del mondo, potendo vantare 5 Coppe dei Campioni/Champions League, 1 Coppa UEFA, 1 Coppa delle Coppe, 1 Supercoppa europea, 2 Coppe Intercontinentali e un Mondiale per club FIFA.
Insieme con la Juventus, l'Ajax, il Chelsea e il Manchester United, è una delle cinque squadre ad aver vinto le tre principali competizioni UEFA per club e tutte le competizioni UEFA a cui ha partecipato.[1] Nella stagione 2012-2013, con la vittoria di campionato, coppa nazionale e Champions League, è diventato il solo club tedesco a realizzare il prestigioso treble, succedendo a Celtic (1967), Ajax (1972), PSV (1988), Manchester United (1999), Barcellona (2009 e 2015) e Inter (2010).
Dalla stagione agonistica 2005-2006 disputa le partite interne nello stadio Allianz Arena di Monaco di Baviera. Nei 33 anni precedenti aveva giocato le partite interne nell'Olympiastadion della città bavarese.
La polisportiva comprende sezioni di scacchi, pallavolo, pallacanestro, ginnastica, bowling, tennis tavolo, squadre di calcio per un totale di 1.100 calciatori tesserati.
Il Bayern Monaco è stato membro fondatore del G-14, associazione di club calcistici europei consorziatisi per ottenere una tutela comune dei diritti sportivi, legali e televisivi di fronte all'UEFA e alla FIFA.
Il Bayern Monaco viene fondato il 27 febbraio 1900 a Monaco di Baviera, precisamente nel Café Gisela, che si trova nel distretto di Schwabing[2]. I primi undici membri provengono dal MTV 1879 München, e sono capitanati da Franz John[2]. La fondazione di un club separato si rende necessaria in quanto l'MTV è incentrato maggiormente sulla ginnastica, mentre i fuoriusciti vogliono aderire alla SFV, l'associazione dei club di calcio della Germania meridionale[3].
Il Bayern adotta come colori sociali il bianco e l'azzurro[3], che sono anche quelli della Baviera, mentre la prima divisa consiste semplicemente in una maglia bianca e dei pantaloncini neri[4]. John viene eletto presidente del neonato club[3], mentre gli altri fondatori provengono in gran parte da Berlino, Friburgo, Lipsia e Brema. A pochi giorni dalla nascita, il 1º marzo, la squadra gioca la prima partita contro il Monaco 1896, che viene battuto per 5-2[3]. Ben presto il club inizia ad attrarre numerosi calciatori, tra cui tre provenienti dal Monaco 1860.
Nel 1905 si verifica la prima unione, quella con il Münchner SC, e in questa occasione vengono adottati gli attuali colori, il bianco e il rosso[3]; di qui a poco il club comincia a giocare in un campo sulla Leopoldstraße[5], e Max Gablonsky diventa il primo calciatore del Bayern ad essere convocato in Nazionale[3].
Dopo la sospensione delle attività causata dalla prima guerra mondiale, un campionato regolare viene ripristinato nella stagione 1919-1920. Contemporaneamente, nell'ottobre 1919, il Bayern Monaco si fonde con il Turnverein Jahn TuSpV Bayern[3], e la carica di allenatore passa all'inglese William Townley. Già negli anni prima della guerra il Bayern aveva avuto degli allenatori d'Oltremanica: Taylor e Charles Griffith, oltre allo stesso Townley. Nella primavera del 1924 il club attua la Reinliche Scheidung (netta separazione di discipline sportive) con il TuSpV Baviera, e si costituisce come sodalizio indipendente, col nome FC Bayern München. L'allenatore è Jim McPherson, un altro inglese.
La squadra intanto aveva iniziato a giocare nelle competizioni regionali bavaresi, ottenendo presto successo. Qui le rivali più agguerrite si chiamano Norimberga e Fürth[3], e proprio contro questi ultimi si gioca la finale del campionato della Germania meridionale del 1926. La partita di ritorno, giocata al Grünwalder Stadion, è trasmessa in diretta radiofonica, e vede prevalere il Bayern per 4-3. Il club partecipa così al torneo nazionale, uscendo però agli ottavi di finale, dopo aver perso 2-0 contro il Fortuna Lipsia . Una nuova partecipazione al campionato nazionale è datata 1928: in quest'edizione il Bayern, guidato dell'ungherese Leo Weisz, batte Wacker Halle e SpVgg Sülz 07, raggiungendo così la semifinale nazionale (miglior risultato nella storia del club fino ad allora). Qui il cammino però si arresta: fatale è l'incontro con i futuri campioni dell'Amburgo, che vincono nettamente la sfida per 8-2.
Ad ogni modo il primo titolo nazionale arriva poco dopo, nel 1932, al quarto tentativo: Richard Kohn guida un gruppo che comprende tra gli altri Oskar Rohr, Josef Bergmaier e Ludwig Goldbrunner[6], e il Bayern sconfigge in semifinale il forte Norimberga, prima di accedere alla finale nazionale. Questa si gioca contro l'Eintracht Francoforte proprio a Norimberga: in città accorrono migliaia di sostenitori dei bavaresi[5], che vedono vincere la loro squadra per 2-0.
La situazione cambia però rapidamente: il nazismo prende il potere in Germania, e il Bayern viene presto considerato dalle autorità come un club ebreo[7]. Così Kohn si trasferisce in Spagna, mentre peggior sorte ha il presidente Kurt Landauer, che viene deportato per trentatré giorni nel campo di concentramento di Dachau[8]. Comunque, anche dal punto di vista strettamente calcistico il club non ha vita facile durante la dittatura di Adolf Hitler[7]: in seguito alla riforma del campionato voluta dal regime la squadra si ritrova a giocare nella Gauliga Bayern, ma non ottiene risultati significativi in questo periodo. Solo nel 1944 riesce a vincere il proprio campionato, ma non fa molta strada nella competizione nazionale.
Nel dopoguerra Monaco entra a far parte della Germania Ovest, e i bavaresi vengono inseriti, nel novembre 1945, nell'Oberliga Süd, una delle cinque massime divisioni nazionali. Stentano, però, ad emergere, anche se dal punto di vista della crescita del club sono anni positivi (si giunge a più di mille membri). Il punto più basso di questo periodo viene raggiunto nella stagione 1955-1956, quando si trovano a giocare in seconda divisione. La squadra viene comunque subito promossa, e nel 1957 conquista la Coppa della Germania meridionale; questa dà l'accesso alla coppa nazionale e qui il Bayern ottiene il primo successo, nel 1956-1957, battendo 1-0 il Fortuna Düsseldorf davanti a 42.000 spettatori[9].
Il 16 ottobre 1962 il Bayern esordisce in campo internazionale, sconfiggendo il Basilea XI per 3-0 nel primo turno della Coppa delle Fiere 1962-1963 ma venendo poi eliminato nei quarti di finale dalla futura vincitrice del torneo, la Dinamo Zagabria (1-4 e 0-0).
Un grosso cambiamento si verifica nel 1963, quando nasce la Bundesliga, il primo massimo campionato tedesco occidentale composto da un unico girone all'italiana. Vi accedono sedici squadre provenienti dalle cinque Oberligen, ma il Bayern, pur venendo da tre terzi posti nelle ultime quattro stagioni, non viene ammesso. Questo perché la Federazione decide di non ammettere più di un club per città[9][10], e sono già presenti i concittadini del Monaco 1860. Ad ogni modo il club ingaggia Zlatko Čajkovski, allenatore jugoslavo che ha già vinto il campionato tedesco con il Colonia, e partecipa al neonato campionato di seconda divisione, la Regionalliga Süd. L'ingresso in Bundesliga è comunque rimandato di poco: nel 1965 i rossi si guadagnano infatti l'accesso vincendo i play-off. Parte del merito va sicuramente a Rainer Ohlhauser, che diventa capocannoniere del torneo segnando ben quarantadue gol, record di marcature che è arrivato ai giorni nostri[10], tuttavia fanno già parte di questa squadra tre giocatori sui quali il Bayern costruirà i propri successi negli anni a venire: Sepp Maier, Franz Beckenbauer e Gerd Müller.
La squadra si adatta presto alla nuova realtà: nella prima stagione ottiene subito un terzo posto in campionato, inoltre conquista la seconda coppa nazionale. Grazie a questo successo partecipa alla Coppa delle Coppe 1966-1967, ed arriva alla finale di Norimberga: la partita, giocata contro i Rangers, viene risolta ai tempi supplementari da un gol di Franz Roth; i bavaresi conquistano così il trofeo, un anno dopo i connazionali del Borussia Dortmund. Nella stessa stagione la squadra conquista la terza coppa nazionale, e in quella successiva è protagonista di un'altra buona prova nella Coppa delle Coppe, dove raggiunge le semifinali; è però sconfitta dai futuri campioni del Milan di Nereo Rocco.
Il Bayern conquista il primo titolo in Bundesliga con il successore di Čajkovski, Branko Zebec, che guida la squadra alla vittoria del campionato 1968-1969. In questa stagione la squadra vince anche la Coppa di Germania e realizza così il primo double nella storia del calcio tedesco, mentre a livello personale Müller diventa per la seconda volta il capocannoniere del campionato. La prima partecipazione alla Coppa dei Campioni termina però al primo turno, dopo l'incontro con il Saint-Étienne, e nel marzo 1970 Zebec viene sostituito da Udo Lattek.
Lattek è il secondo di Helmut Schön sulla panchina della nazionale, ma è giovane e non ha molta esperienza alle spalle. Ad ogni modo viene contattato da Beckenbauer per conto della dirigenza prima di un'amichevole disputata a Siviglia[11], e decide di accettare l'incarico. Più offensivo del suo predecessore, decide di dare spazio alle individualità dei singoli[12]: inizia subito conducendo i bavaresi al secondo posto in campionato, e lo stesso fa in quello successivo. Però in quest'ultimo caso i Rossi vengono sorpassati dal Borussia Mönchengladbach nell'ultima giornata; conquistano però la quinta Coppa Nazionale. Intanto al gruppo si sono aggiunti anche Hans-Georg Schwarzenbeck, Paul Breitner e Uli Hoeneß, mentre Müller ha già ottenuto importanti riconoscimenti a livello personale, vincendo sia il Pallone d'oro 1970 che la Scarpa d'oro 1970, e diventando anche il capocannoniere dei recenti Mondiali messicani.
Lattek conquista il titolo tedesco nella stagione 1971-1972, e stabilisce inoltre numerosi record, tra cui quello del numero di punti ottenuti e dei gol fatti. Anche in questa occasione è decisiva la sfida dell'ultima giornata, che si svolge in questo caso contro lo Schalke 04: i bavaresi sono infatti in testa alla classifica, ma gli avversari sono indietro di un solo punto[13]. Questa partita, che inaugura il nuovo Olympiastadion[14] è anche la prima di Bundesliga ad essere trasmessa in diretta televisiva, e viene vinta dai padroni di casa per 5-1[15]. Intanto nella Coppa delle Coppe 1971-1972 i tedeschi vengono eliminati in semifinale dai futuri campioni dei Rangers, ma negli ottavi hanno sconfitto il Liverpool. Nella stagione successiva arriva il quarto titolo tedesco, mentre il Coppa dei Campioni il Bayern viene eliminato dall'Ajax di Johan Cruijff che si avvia a conquistare il terzo titolo consecutivo nella manifestazione; intanto Beckenbauer ha vinto il Pallone d'oro 1972 precedendo Müller, che è stato invece premiato con la Scarpa d'oro 1972.
Il Bayern partecipa alla Coppa dei Campioni 1973-1974, dove nel primo turno incontra l'Åtvidabergs. I tedeschi vincono l'incontro casalingo per 3-1, ma nel ritorno si trovano in svantaggio per 3-0, assicurandosi comunque il passaggio del turno ai calci di rigore; a questo punto la dirigenza decide di acquistare dalla squadra svedese il protagonista della gara, Conny Torstensson, autore tra l'altro di una doppietta. In seguito il Bayern elimina tra gli altri i cugini della Dinamo Dresda, e arriva poi a disputare la finale di Bruxelles contro l'Atlético Madrid. I Rossi arrivano nella capitale belga con i favori del pronostico[16] ma non riescono a sbloccare la partita, che prosegue ai tempi supplementari. Inaspettatamente sono però gli spagnoli a portarsi in vantaggio, grazie ad un gol di Luis Aragonés a sei minuti dal termine, ma prima che la partita finisca Schwarzenbeck riesce a pareggiare: in base al regolamento vigente, per la prima e unica volta in una finale di Coppa dei Campioni è necessaria la ripetizione. Questa si gioca il 17 maggio sempre nello stesso stadio, e vede questa volta prevalere nettamente il Bayern per 4-0, grazie alle doppiette di Hoeneß e Müller; intanto la squadra aveva già vinto il quinto titolo tedesco.
Nella stagione 1974-1975 si registrano l'addio di Breitner, che si trasferisce al Real Madrid, e l'ingresso in prima squadra del giovane Karl-Heinz Rummenigge. La società, prendendo una decisione simile a quella dall'Ajax di qualche anno prima sceglie di non partecipare alla Coppa Intercontinentale. Non si tiene invece l'edizione della Supercoppa UEFA, in cui il Bayern avrebbe dovuto incontrare il Magdeburgo; le due squadre si incontrano però nella successiva Coppa dei Campioni, e sono i bavaresi a passare il turno. Intanto la squadra aveva iniziato il campionato perdendo per 6-0 contro il Kickers Offenbach[17], e in gennaio Lattek viene licenziato[18][19] quando il Bayern si trova in quattordicesima posizione[20]. Viene sostituito da Dettmar Cramer, che, pur non riuscendo a migliorare di molto le sorti in campionato, porta i tedeschi a disputare la seconda finale di Coppa dei Campioni consecutiva. La partita si gioca il 28 maggio 1975 a Parigi contro il Leeds United di Joe Jordan, e viene vinta dal Bayern per 2-0 grazie ai gol di Franz Roth e Gerd Müller. Tuttavia Björn Andersson deve abbandonare il campo nei primi minuti a causa di un duro contrasto, mentre Uli Hoeneß subisce un grave incidente al ginocchio che condizionerà il resto della sua carriera[21]; gli inglesi si lamentano invece per alcune decisioni arbitrali a loro sfavorevoli[22][23]. Purtroppo questa finale sarà ricordata anche per le violenze degli hooligan inglesi, che inducono la UEFA a squalificare il Leeds dalle competizioni europee per qualche anno[22][24].
Nella stagione 1975-1976 la Coppa Intercontinentale non viene disputata, mentre nella Supercoppa UEFA i sovietici della Dinamo Kiev riescono a vincere entrambe le gare, e ad aggiudicarsi quindi il trofeo. Il Bayern partecipa alla Coppa dei Campioni 1975-1976 come detentore del trofeo ed elimina anche il Real Madrid di Breitner prima di arrivare per il terzo anno consecutivo in finale. La partita si disputa a Glasgow contro il Saint-Étienne, squadra francese già battuta nell'edizione precedente della manifestazione, e viene vinta grazie ad un gol di Roth nel secondo tempo. In questo modo il giocatore segna il suo terzo gol in una finale europea, mentre il Bayern conquista per tre volte consecutive il trofeo e se lo può quindi tenere definitivamente.
La stagione 1976-1977 inizia con la sconfitta nella Supercoppa UEFA, che viene vinta dall'Anderlecht, ma prosegue con la conquista della Coppa Intercontinentale, competizione nella quale i tedeschi sconfiggono i brasiliani del Cruzeiro. Il trofeo mondiale è però l'ultimo successo di questo periodo: i bavaresi incontrano nuovamente la Dinamo Kiev, questa volta nei quarti della Coppa dei Campioni 1976-1977, e ne escono sconfitti. Intanto Beckenbauer ha vinto il Pallone d'oro 1976, ma a fine stagione si trasferisce nel New York Cosmos, andando così a giocare nella NASL, e lo stesso farà anche Müller due anni dopo, che invece si legherà al Fort Lauderdale Strikers. Sempre nello stesso periodo Hoeneß è costretto a ritirarsi a causa dei problemi al ginocchio, mentre Sepp Maier è vittima di un incidente automobilistico, e deve abbandonare anch'egli la carriera.
A fronte dei numerosi addii si registrano comunque nuovi inserimenti, tra i quali quelli di Klaus Augenthaler e di Dieter Hoeness, fratello minore di Uli. Si assiste anche al ritorno di Paul Breitner, che guida in campo la squadra insieme a Karl-Heinz Rummenigge; si parla infatti di FC Breitnigge. Durante la stagione 1978-1979 l'ungherese Pál Csernai si siede sulla panchina del club ed attua dei cambiamenti, introducendo un nuovo schieramento della difesa[25] e spostando Rummenigge dalla posizione di trequartista a quella di attaccante[26]. Così, nella stagione 1979-1980 la squadra torna a vincere il campionato a sei anni di distanza dall'ultimo successo, inoltre arriva alle semifinali di Coppa UEFA insieme ad altre tre squadre della Germania Ovest; viene qui eliminata dai futuri campioni dell'Eintracht Francoforte, che sconfiggono nel ritorno i bavaresi ai tempi supplementari per 5-1. Anche nella stagione successiva il Bayern conquista il campionato e raggiunge nuovamente le semifinali in una competizione europea, questa volta nella più prestigiosa Coppa dei Campioni; grazie alla regola dei gol fuori casa hanno però la meglio i futuri campioni del Liverpool, ad ogni modo Rummenigge è il capocannoniere della manifestazione. L'attaccante vince poi il Pallone d'oro per il secondo anno consecutivo, e in questa edizione Breitner si classifica al secondo posto. I tedeschi raggiungono per la quarta volta la finale della Coppa dei Campioni nella stagione 1981-1982, tuttavia a Rotterdam sono sconfitti dall'Aston Villa per 1-0. Il Bayern ha comunque la soddisfazione di mettere nei primi tre posti della classifica marcatori Hoeneß, Rummenigge e Breitner, inoltre ha da poco conquistato la sesta coppa di Germania.
La stagione 1983-1984 inizia con il ritorno in panchina di Udo Lattek, che nel frattempo è diventato il primo allenatore a vincere tutti i tre principali trofei continentali con altrettante squadre[27]. Il Bayern vince subito la settima coppa di Germania senza più Breitner in campo, e poco dopo anche Rummenigge lascia il club per trasferirsi all'Inter. Ad ogni modo i bavaresi acquistano Lothar Matthäus e Roland Wohlfarth e vincono il campionato 1984-1985. L'annata è inoltre nuovamente impreziosita da un'altra buona prova in campo europeo, nella Coppa delle Coppe: qui i tedeschi eliminano anche la Roma nei quarti, e vengono successivamente sconfitti in semifinale di futuri campioni dell'Everton. Infine, dopo aver conquistato un nuovo double nella stagione 1985-1986 raggiungono la quinta finale della Coppa dei Campioni nell'edizione 1986-1987. In questa manifestazione eliminano anche il Real Madrid, mentre l'ultimo ostacolo è rappresentato dal Porto. A Vienna, però, sono proprio i portoghesi a prevalere: al settantottesimo minuto Rabah Madjer riesce a pareggiare con un famoso[28] gol di tacco l'iniziale vantaggio di Ludwig Kogl, mentre due minuti dopo Juary batte nuovamente Jean-Marie Pfaff segnando la rete del definitivo 2-1. Intanto la squadra ha conquistato il decimo titolo tedesco, e Lattek lascia.
La stagione 1987-1988 inizia con Jupp Heynckes in panchina che conquista la prima Supercoppa di Germania, e si conclude con il trasferimento di Lothar Matthäus e Andreas Brehme all'Inter. Proprio i nerazzurri sono avversari dei bavaresi negli ottavi della Coppa UEFA 1988-1989: l'incontro di andata, giocato a Monaco, verrà ricordato anche per il bel gol di Nicola Berti[29] che, intercettata la palla poco fuori dalla propria area di rigore fugge inseguito dai giocatori tedeschi verso la porta difesa da Raimond Aumann riuscendo poi a batterlo. La squadra italiana riesce a vincere l'incontro 2-0, ma la situazione cambia al termine della partita di Milano: i Rossi segnano tre gol in sette minuti, e riescono a qualificarsi grazie alla vittoria finale per 3-1. In seguito il Bayern viene eliminato in semifinale dal Napoli capitanato da Diego Armando Maradona che vincerà poi il trofeo, ma poco dopo arriva la conquista dell'undicesimo titolo. I bavaresi vincono il campionato anche nella stagione successiva, e in questo modo partecipano a due edizioni di Coppa dei Campioni; come già successo più volte in passato, però, in entrambe le occasioni vengono eliminati dalla squadra che si aggiudicherà la coppa, e sempre in semifinale: prima dal Milan, poi dalla Stella Rossa.
Heynckes lascia durante la stagione 1991-1992, che si rivela travagliata: sulla panchina del club si siedono anche Søren Lerby ed Erich Ribbeck. Il Bayern viene eliminato nei sedicesimi della Coppa UEFA dopo aver subito contro il B 1903 la sconfitta esterna peggiore nelle competizioni europee, un 6-2[30], mentre il primo campionato dopo la riunificazione tedesca viene concluso invece al decimo posto, peggior piazzamento dalla stagione 1977-1978. In questo periodo ritorna a Monaco Lothar Matthäus, inoltre arrivano a vestire la maglia del club giocatori come Mehmet Scholl e Oliver Kahn. Il Bayern vince il campionato 1993-1994 con Franz Beckenbauer, che si siede in panchina a stagione iniziata. L'allenatore subentra nuovamente nella stagione 1995-1996, e i tedeschi conquistano l'ultima delle tre principali competizioni UEFA per club che manca loro, la Coppa UEFA: in finale sconfiggono il Bordeaux, oltretutto Jürgen Klinsmann si laurea capocannoniere della manifestazione. In seguito, in due periodi distinti è invece Giovanni Trapattoni a sedersi sulla panchina del club: sotto la sua guida, nella stagione 1994-1995 i tedeschi raggiungono nuovamente le semifinali di Champions League dove vengono eliminati dall'Ajax poi vincitore, mentre successivamente vincono sia il campionato 1996-1997 che la Coppa di Germania 1997-1998, quest'ultimo quando in rosa c'è anche Bixente Lizarazu. Rimane molto famosa una conferenza stampa tenuta il 10 marzo 1998 dall'allenatore italiano, che accusa alcuni suoi calciatori di scarso impegno e di mancanza di professionalità[31]; intanto la squadra viene soprannominata FC Hollywood per via della frequenza con cui i suoi calciatori appaiono sulle pagine di gossip[32].
Nell'estate del 1998 è Ottmar Hitzfeld a sedersi sulla panchina del club. L'allenatore, già campione d'Europa con il Borussia Dortmund guida subito il Bayern verso la sesta finale in Champions League: partendo dai preliminari i tedeschi vincono il gruppo precedendo Manchester United e Barcellona, mentre in seguito, nella finale giocata proprio nella città catalana ritrovano gli inglesi. La partita pare andare nel verso giusto per i Rossi, che segnano in apertura con Mario Basler e mantengono il vantaggio fino al novantesimo, tuttavia i minuti di recupero sono a loro fatali: lo United segna due gol a tempo scaduto e conquista così la coppa. In questa stagione la squadra ha comunque conquistato il titolo tedesco, e lo stesso fa in quella successiva; questa volta il campionato viene vinto raggiungendo il Bayer Leverkusen all'ultima giornata, e prevalendo grazie alla miglior differenza reti. Poco prima la squadra era stata eliminata nella semifinale di Champions League dai futuri campioni del Real Madrid, che però erano finiti dietro ai tedeschi nella seconda fase a gruppi del torneo.
La stagione 2000-2001 è sicuramente da ricordare: il Bayern mette in bacheca la quarta Champions League. Durante il cammino i tedeschi eliminano le due grandi favorite per la conquista del trofeo, nonché le detentrici delle ultime due edizioni, ovvero il Manchester United e il Real Madrid, rispettivamente ai quarti di finale e in semifinale, ottenendo anche quattro vittorie in altrettante partite, mentre la settima finale della storia del club si gioca a Milano contro il Valencia. Qui i calci di rigore sono protagonisti: nei tempi regolamentari segnano infatti dal dischetto prima Gaizka Mendieta per gli spagnoli poi Stefan Effenberg, mentre in precedenza Mehmet Scholl si era fatto parare il rigore del possibile pareggio. Questo risultato rimane immutato anche alla fine dei tempi supplementari, e il Bayern vince il trofeo dagli undici metri, dopo che Oliver Kahn riesce a parare il tiro a Mauricio Pellegrino. Intanto qualche giorno prima è arrivata anche la conquista del diciassettesimo titolo, grazie alla rete segnata da Patrik Andersson su calcio di punizione indiretto: in questo modo viene tenuto a distanza lo Schalke 04. Nell'anno successivo i tedeschi sono sconfitti nella Supercoppa UEFA dal Liverpool ed in seguito vengono eliminati nei quarti della Champions League dal Real Madrid, ma l'avvenimento principale è la conquista della seconda coppa Intercontinentale: il 27 novembre a Tokyo Samuel Kuffour segna nei supplementari il gol che permette di battere il Boca Juniors. Il Bayern conquista poi un double nella stagione 2002-2003, quando Giovane Élber è il capocannoniere del campionato e Bastian Schweinsteiger fa il suo esordio in prima squadra. In ambito europeo, invece, le cose vanno decisamente peggio. Nell'edizione 2002-03 della Champions League i bavaresi, teste di serie ai sorteggi, vengono inseriti in un girone di ferro, dove affrontano gli spagnoli del Deportivo La Coruña, il Milan e i francesi del Lens. Nella fase a gironi il Bayern si issa all'ultimo posto, dopo aver ottenuto due punti all'attivo, frutto di due pareggi ottenuti contro il Lens e di quattro sconfitte subite per mano degli spagnoli e dei rossoneri. Questi ultimi conquisteranno il primo posto nel girone e si aggiudicheranno il trofeo all'Old Trafford a Manchester.
Nell'ultima stagione di Hitzfeld viene ingaggiato Roy Makaay, e la squadra termina con il secondo posto in campionato, alle spalle del sorprendente Werder Brema.
Nell'estate 2004 è invece Felix Magath ad assumere la guida del Bayern, che si comporta molto bene in ambito nazionale, ma non ottiene altrettanto successo in campo internazionale. Infatti nella stagione 2004-2005 e in quella successiva, la prima giocata nell'Allianz Arena, arrivano due double, ma nella Champions League il massimo traguardo raggiunto sono i quarti di finale, disputati nell'edizione 2004-2005. L'eliminazione avviene per mano del club londinese Chelsea, allenato da José Mourinho. Magath viene esonerato durante la stagione 2006-2007[33]; viene sostituito dal rientrante Hitzfeld, che conduce i bavaresi al quarto posto finale. L'annata 2006-2007 si rivela fallimentare sotto tutti i punti di vista, sia in patria che in Europa. A fine campionato, i bavaresi accusano un distacco di 10 punti dallo Stoccarda vincitore del trofeo e 6 punti dal Werder Brema, terzo. In Champions League, il cammino prosegue fino ai quarti di finale. Per il secondo anno consecutivo è il Milan, autentica bestia nera dei bavaresi, ad eliminare il Bayern dal principale trofeo continentale. Dopo il 2-2 a San Siro, ottenuto grazie ad una doppietta del difensore belga Van Buyten, ai campioni di Germania basterebbe un pareggio per 0-0 o per 1-1 per accedere alle semifinali. Invece, nel match di ritorno disputato all'Allianz Arena, i rossoneri sconfiggono i padroni di casa con un netto 0-2, firmato nel primo tempo dal centrocampista Clarence Seedorf e dal centravanti Filippo Inzaghi. I due gol subiti nel giro di cinque minuti tagliano le gambe ai tedeschi che non riusciranno a reagire. Il quarto posto in campionato significa estromissione dalla Champions League e qualificazione alla Coppa UEFA. In estate la dirigenza conclude alcuni acquisti importanti, tra i quali quelli di Luca Toni, Franck Ribéry e Miroslav Klose e la squadra partecipa alla Coppa UEFA. In questa competizione i bavaresi sono considerati i grandi favoriti e raggiungono le semifinali. Nonostante godano dei favori del pronostico, sono eliminati dallo Zenit S. Pietroburgo, che dopo l'1-1 in Baviera infligge ai tedeschi un pesante 4-0 nel ritorno giocato allo Stadio Petrovskij. Poco dopo il Bayern conquista in patria sia la Coppa, ottenuta battendo in finale il Borussia Dortmund dopo i tempi supplementari, che il campionato, conquistato aritmeticamente grazie al pareggio alla trentaduesima giornata con il Wolfsburg[34]. È l'ultimo trofeo vinto da Oliver Kahn, mentre Luca Toni si aggiudica il titolo di capocannoniere della Bundesliga con 24 gol realizzati.
Intanto, l'11 gennaio 2008 si era appreso dal sito web della società che il tecnico per la stagione 2008-2009 sarebbe stato Jürgen Klinsmann[35]. Sotto la sua guida i bavaresi vincono complessivamente 12-1 contro lo Sporting Lisbona negli ottavi della Champions League, stabilendo tra l'altro il maggior scarto nei turni ad eliminazione diretta della manifestazione[36], ma sono eliminati nel turno successivo dal Barcellona dopo aver subito un altro 4-0 esterno. Anche nella Coppa di Germania il Bayern viene eliminato nei quarti, mentre Klinsmann viene esonerato il 27 aprile, in seguito alla sconfitta casalinga contro lo Schalke 04 subita in Bundesliga[37]. Qui la squadra si trova in terza posizione[38], e viene condotta al secondo posto finale da Jupp Heynckes.
Nell'estate 2009 la società assume Louis van Gaal come allenatore, e ingaggia tra gli altri Arjen Robben; viene anche acquistato Mario Gomez, tuttavia il tecnico olandese dichiara che l'ingente spesa (trenta milioni) non era necessaria per il suo progetto[39]. In dicembre i tedeschi vincono 4-1 in casa della Juventus e si guadagnano la qualificazione alla fase ad eliminazione diretta della Champions League, dove eliminano prima la Fiorentina poi il Manchester United, entrambe grazie alla regola dei gol fuori casa. Viene poi sconfitto anche l'Olympique Lione, e arriva così la qualificazione all'ottava finale, che si gioca il 22 maggio a Madrid contro l'Inter. Per i due club conquistare la coppa significa anche centrare il treble: entrambi hanno infatti già vinto sia il campionato che la coppa nazionale. A riuscire nell'impresa sono però i nerazzurri, che vincono l'incontro grazie alla doppietta di Diego Milito, autore di un gol per tempo. Nella stagione successiva il Bayern non può inizialmente far affidamento su Robben, che è vittima di un infortunio[40], e in campionato la squadra chiude il girone di andata al quinto posto, a quattordici punti di distanza dalla capolista Borussia Dortmund[41]. In gennaio il capitano Mark van Bommel viene ceduto al Milan, mentre negli ottavi della Champions League i tedeschi ritrovano l'Inter, e sono nuovamente sconfitti. Il 10 aprile Van Gaal viene esonerato[42], e viene sostituito fino alla fine della stagione da Andries Jonker; i bavaresi vengono condotti al terzo posto in campionato.
Come annunciato il 25 marzo 2011 il nuovo allenatore per la stagione 2011-2012 è per la terza volta Jupp Heynckes. Il Bayern conquista subito la nona finale di Champions League: la partita è in programma proprio nello stadio di casa, mentre l'avversario è il Chelsea. I tedeschi sbloccano l'incontro all'ottantatreesimo con il gol di Thomas Müller, ma cinque minuti dopo, poco prima del termine, Didier Drogba riesce a battere Manuel Neuer; alla fine sono gli inglesi a sollevare il trofeo, dopo i calci di rigore. In ambito nazionale, invece, i bavaresi finiscono alle spalle del Borussia Dortmund sia in campionato che nella Coppa nazionale, dove vengono battuti in finale dai giallo-neri. La situazione si inverte però nella stagione successiva: il Bayern vince contro i rivali la Supercoppa nazionale, mentre in Bundesliga stabilisce il record di punti, di vittorie, di distacco dalla seconda e di turni di anticipo per la conquista matematica del titolo e conquista il Deutsche Meisterschale il 6 aprile 2013 con sei giornate d'anticipo, in seguito alla vittoria per 1-0 sull'Eintracht Frankfurt. Nella Champions League 2012-2013, poi, la squadra vince il proprio girone eliminatorio e si qualifica per la fase ad eliminazione diretta, dove batte prima l'Arsenal, poi la Juventus e poi anche il Barcellona, sconfitto complessivamente per 7-0, prima di arrivare così alla terza finale in quattro anni. Questa si gioca a Londra, e anche qui il Bayern si trova di fronte la squadra di Dortmund, che viene battuta per 2-1 grazie ai gol di Mario Mandžukić e Arjen Robben; il club può così festeggiare il quinto successo nella manifestazione. I bavaresi conquistano anche la Coppa di Germania battendo in finale lo Stoccarda, e centrano così lo storico treble.
Nella stagione 2013-2014, in seguito al ritiro di Heynkes, a guidare il Bayern c'è Josep Guardiola. L'allenatore spagnolo esordisce ufficialmente con la sconfitta nella Supercoppa di Germania, tuttavia poco dopo conduce la squadra alla conquista della prima Supercoppa UEFA: questo dopo aver sconfitto a Praga il Chelsea. In dicembre poi, in seguito alla vittoria a Marrakech contro il Raja Casablanca, vene messa in bacheca anche la prima Coppa del mondo per club FIFA. Il Bayern è poi eliminato dal Real Madrid nella semifinale di Champions League, stabilendo però il record di vittorie consecutive nella manifestazione, dieci[43], e conquista il ventiquattresimo titolo nazionale con sette giornate d'anticipo, vincendo le ultime diciannove partite e stabilendo numerosi record[44]. L'annata è impreziosita dal double, arrivato con la vittoria della diciassettesima Coppa di Germania. Nelle due stagioni successive i bavaresi raggiungono sempre le semifinali della Champions League (eliminazioni contro Barcellona e Atlético Madrid) e conquistano altrettanti titoli di Bundesliga, arrivando così al record di quattro successi consecutivi nella manifestazione. Sempre in campionato il 24 ottobre 2015 la squadra ottiene, in seguito al 4-0 contro il Colonia, la millesima vittoria[45]. Il Bayern conquista anche la Coppa di Germania 2015-2016.
Come noto dal 20 dicembre 2015, dalla stagione seguente siede sulla panchina dei bavaresi Carlo Ancelotti, che firma un contratto triennale[46]. Il tecnico italiano inizia la sua esperienza a Monaco vincendo la Supercoppa di Germania (2-0 al Borussia Dortmund). Malgrado l'eliminazione ai quarti di finale di Champions League contro il Real Madrid e in semifinale di Coppa di Germania contro il Borussia Dortmund, arriva il quinto titolo tedesco consecutivo, vinto con tre giornate di anticipo grazie ad un rotondo 6-0 rifilato al Wolfsburg.
Cronistoria del Bayern Monaco Football Club | ||||
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I colori tradizionali del Bayern sono il rosso e il bianco, la cui preminenza sulle divise ha variato spesso nel corso della storia. Anche il blu è stato non raramente utilizzato. Tuttavia, agli albori del club, il Bayern giocò originariamente con tenute bianco-azzurre prima e caratterizzate da maglia bianca e calzoncini neri fino al 1905 quando si unirono al Münchner Sport Club, il quale stabilì che si dovesse giocare in calzoncini rossi. Per gran parte della prima fase della storia del club, il Bayern indossò divise casalinghe rosse o amaranto. Nella stagione 1968–69, il Bayern cambiò radicalmente il suo aspetto in campo, scegliendo un completo a strisce rosso-blu con calzettoni e pantaloncini blu. Tra il 1969 ed il 1973 invece scese in campo con maglia sempre a strisce verticali, ma bianco-rosse. Nel 1973–74, la squadra indossò invece un completo bianco con una banda verticale rosso-blu laterale. Dal 1974 si scelse di tornare al completo tradizionale ed il Bayern ha per la maggior parte dei casi utilizzato divise rosse con dettagli più o meno marcati bianchi o più raramente blu. Nel biennio 1995-97 si è tornati dopo poco meno di trent'anni alla maglia rosso-blu a strisce, riadottata anche nel 2014-2015. La divisa più lontana dalla tradizione del club fu quella proposta da Adidas nel 1997, un completo blu notte con una vistosa banda orizzontale sulla maglia rossa. Meno lontana ma comunque particolare fu la divisa Rotwein (vino rosso) per le partite di Bundesliga tra il 2001 e 2003, e per la Champions League 2006-07, in riferimento alle scelte cromatiche a volte avvenute prima degli anni '60.[47]
Le divise da trasferta sfoggiate dal club sono state dei colori più svariati, anche in virtù del fatto che quella casalinga ha subito vari stravolgimenti nel tempo. Il colore più usato è stato il bianco, ma non sono mancate maglie nere, blu, verde-oro. Non sono mancate anche divise apposite per le campagne europee (una notissima grigio-amaranto con cui persero la finale di Champions).
Negli anni '80 e '90 il Bayern era solito indossare una maglia speciale da trasferta contro il Kaiserslautern, coi colori della nazionale brasiliana, gialla e blu, proposta per scaramanzia dovuta al fatto che la squadra fosse la bestia nera dei bavaresi che difficilmente riuscivano a vincere nel loro stadio.[48]
Finali Coppa Campioni 1974 e 1976
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Finali Coppa Campioni 1975 e 1982
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Finale Coppa Campioni 1987
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Finale Coppa UEFA 1996
(Andata) |
Finale Coppa UEFA 1996
(Ritorno) |
Finale Champions League 1999
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Finale DFB-Pokal 1998-1999
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Finale Champions League 2001
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Finale Champions League 2010
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Finale Champions League 2012 e Bundesliga 2012-13
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Bundesliga 2014-15 e finale DFB-Pokal 2013-2014
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Bundesliga 2016-17 e finale DFB-Pokal 2015-2016
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Il simbolo del Bayern Monaco presenta al centro dei diamanti azzurri e bianchi; questi richiamano la bandiera della Baviera (Bayern in tedesco), e sono contenuti da un anello rosso su cui c'è la scritta "FC Bayern München".
Questo stemma è stato però adottato in una forma molto simile all'attuale solo a partire dal 1970: inizialmente era infatti composto dalle lettere F, B, C e M tra loro sovrapposte, mentre la bandiera della Baviera comincia a comparire dal 1961[49].
L'inno della squadra si chiama Stern des Südens (Stella del Sud); è stato composto nel 1998 da Willy Astor.
La mascotte ufficiale della squadra è l'orso Berni[50].
Lo stesso argomento in dettaglio: Grünwalder Stadion, Olympiastadion (Monaco di Baviera) e Allianz Arena. |
Nei primi anni di vita il Bayern inizia a giocare in un campo da gioco situato nei pressi della Karl-Theodor-Straße, poi si trasferisce in un altro sulla Leopoldstrasse, sempre a Monaco; quest'ultimo poteva contenere fino a 8 000 spettatori[51].
A partire dal 1926 il Bayern si trasferisce nel Grünwalder Stadion, che è situato nella periferia meridionale della città. L'impianto, costruito dal Monaco 1860 nel 1911, viene danneggiato durante la seconda guerra mondiale e ricostruito totalmente nel 1948. Nel 1972 la squadra si trasferisce poi nel nuovo Olympiastadion, impianto che viene edificato dall'amministrazione cittadina per ospitare i Giochi della XX Olimpiade che si tengono proprio in questo anno in città. È dotato di una buona capienza, tanto che viene utilizzato anche per ospitare le finali dei Mondiali del 1974 e degli Europei del 1988, oltre ad altre partite di queste manifestazioni; è anche sede di tre finali di Coppa dei Campioni - Champions League e dei campionati europei di atletica leggera 2002.
Nel 2002 il Bayern e il Monaco 1860 iniziano ad edificare un nuovo stadio, la modernissima Allianz Arena, che sorge invece nella parte nord della città. L'impianto è agibile dalla stagione 2005-06, e vanta una capacità di 69 900 persone; è una costruzione ultratecnologica, capace di illuminarsi all'esterno con i colori della squadra di casa, e che, data la sua forma viene soprannominata Schlauchboot, gommone. La prima rete segnata in questo stadio è stata di Owen Hargreaves il 5 agosto 2005 nella partita Bayern - Borussia Mönchengladbach[52].
Il Monaco 1860, che era inizialmente comproprietario dell'impianto, ha venduto le sue quote dello stadio al Bayern Monaco[53] per 11 milioni di euro nell'aprile del 2006 a seguito di gravi difficoltà economiche. Tuttavia i due club si sono accordati affinché il Monaco 1860 potesse continuare a giocare nell'impianto.
Nelle competizioni europee il Bayern Monaco ha perso soltanto sette partite in questo stadio negli anni che vanno dal 2005 al 2013: sei nella Champions League (Bayern-Milan 0-2 nei quarti di finale l'11 aprile 2007, Bayern-Bordeaux 0-2 nei gironi il 3 novembre 2009, Bayern-Inter 2-3 negli ottavi di finale il 15 marzo 2011, nella finale Bayern-Chelsea del 19 maggio 2012, Bayern-Arsenal 0-2 negli ottavi di finale il 13 marzo 2013 e in Bayern-Manchester City 2-3 nella fase a gironi il 10 dicembre 2013), e una nella Coppa UEFA (Bayern-Anderlecht 1-2 negli ottavi di finale il 12 marzo 2008).
Lo stesso argomento in dettaglio: Säbener Straße. |
La società dispone di un centro di allenamento che occupa una superficie di 80 000 metri quadrati. Ospita cinque campi da gioco e una palestra, e viene usato sia dalla prima squadra che dalle formazioni giovanili[54].
Il Bayern è una società posseduta da soli privati. La squadra professionistica di calcio è gestita dal FC Bayern München AG, le cui quote azionarie sono state ridefinite nel febbraio 2014, a seguito dell'ingresso in società della Allianz, già partner del club e titolare dei diritti di naming sullo stadio (ora estesi con diritto d'opzione sino al 2041): il 75% è detenuto dalla casa madre, FC Bayern München e. V. (e. V. è il diminutivo di Eingetragener Verein), mentre un 8,33% ciascuno è di proprietà della Adidas, maggiore sponsor del club e fornitore tecnico, di Audi e, appunto, della Allianz, che per entrare in possesso di tale quota ha versato nelle casse della AG 110 milioni di Euro (una cifra superiore ai 77 milioni versati dalla Adidas nel 2002 e ai 90 milioni versati da Audi nel 2009 per ottenere allora il 9,1% ciascuna), finanziando, soprattutto, l'estinzione delle obbligazioni ancora insistenti sulla Allianz Arena.[55]. Principali sponsor sono la Deutsche Telekom, l'Audi, la Siemens, la Lufthansa, la Coca-Cola e la Paulaner, anch'essa bavarese (al pari di Adidas, Allianz e Audi).
Il Presidente della società madre è Karl Hopfner, il quale è anche membro del consiglio d'amministrazione della AG, mentre Franz Beckenbauer, presidente dal 1994 al 2009, è ora presidente onorario. Il capo della AG è Karl-Heinz Rummenigge, precedente giocatore del club.
Fonte: Sito ufficiale[56].
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Fonte: Sito ufficiale[57].
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Cronologia degli sponsor ufficiali[58].
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Dal 2005 è attiva la "FC Bayern – Hilfe e.V."[59].
Al pari di molte altre compagini tedesche il Bayern Monaco, oltre alle squadre giovanili ha una seconda squadra, il Fußball-Club Bayern München II[60]; nella stagione 2014-2015 milita in Regionalliga Bayern, una delle cinque divisioni del quarto livello del campionato tedesco di calcio. Gioca le partite nel Grünwalder Stadion, impianto in passato utilizzato dalla prima squadra tra il 1926 e il 1972.
Per quanto riguarda il settore giovanile, la società è dotata di un proprio centro giovanile che ospita i giocatori; tra quelli che ci hanno vissuto figurano Holger Badstuber, Bastian Schweinsteiger, Owen Hargreaves, Piotr Trochowski e Samuel Kuffour[61].
Le singole voci sono elencate nella Categoria:Calciatori del F.C. Bayern München |
Di seguito l'elenco dei giocatori inseriti nella "Hall of Fame" del club[62]:
CapitaniDi seguito l'elenco dei capitani del Bayern Monaco dal 1965 a oggi, con il periodo in cui hanno portato la fascia[63].
Vincitori di titoli
Di seguito l'elenco dei giocatori che hanno vinto il campionato mondiale di calcio durante il periodo di militanza nel Bayern Monaco[64]. Premi individuali dei giocatoriTre giocatori del Bayern Monaco hanno ricevuto il Pallone d'oro, per un totale di cinque volte: Gerd Müller (1970), Franz Beckenbauer (1972 e 1976) e Karl-Heinz Rummenigge (1980 e 1981). Da notare inoltre che nel 1972 e nel 1981 anche al secondo posto è stato appannaggio di un giocatore del Bayern, rispettivamente Müller e Paul Breitner; inoltre Oliver Kahn è stato proclamato Miglior giocatore dei Mondiali al termine dei Mondiali del 2002. Altri riconoscimenti individualiGerd Müller ha conquistato per due volte la Scarpa d'oro quale miglior marcatore europeo: nel 1970 e nel 1972, oltre ad essere stato per quattro volte capocannoniere in Coppa dei Campioni e sette in campionato; inoltre, con la maglia della Nazionale ha vinto anche la classifica marcatori in due manifestazioni internazionali: Messico 1970 e Belgio 1972.
AllenatoriDi seguito la lista degli allenatori del Bayern Monaco dal 1900 ad oggi.i[65]:
PresidentiDi seguito viene riportata la lista dei presidenti del Bayern Monaco dal 1900 ad oggi[66]:
PalmarèsDi seguito vengono riportati i trofei e i principali piazzamenti del club nella sua storia[67]:
Statistiche e recordPartecipazione ai campionati e ai tornei internazionaliCampionati nazionaliDalla stagione 1909-1910 alla stagione 2016-2017 compresa, la squadra ha partecipato a:
Partecipazione alle coppe europeeAlla stagione 2017-2018 il club ha ottenuto le seguenti partecipazioni ai tornei internazionali[68]:
Statistiche individualiAggiornato alla fine della stagione 2013-2014 In 'grassetto' i calciatori ancora in squadra Dati aggiornati al 10 dicembre 2016.
Tifoseria
Il Bayern Monaco è considerato senza ombra di dubbio il maggiore club calcistico della città e della nazione. La sua popolarità va ben oltre i confini tedeschi, coinvolgendo appassionati di tutto il mondo. Rivalità
Il Bayern è uno dei tre club professionistici del capoluogo bavarese. Il principale rivale cittadino è il Monaco 1860, attualmente in seconda divisione. La rivalità, molto sentita negli anni '60, quando il Monaco 1860 era una potenza del calcio tedesco, ha perso importanza negli ultimi anni, ma il derby di Monaco di Baviera rimane un evento molto atteso. L'altra società, l'Unterhaching, che ha sede in un paese vicino Monaco, ha partecipato ad alcuni campionati di prima divisione (il primo dei quali nel 1999-2000), ma ha quasi sempre militato in seconda divisione. Dagli anni '20 si sviluppò una rivalità con il Norimberga, rivale bavarese che negli anni '20 e '30 era più titolato del Bayern[71]. La partita tra le due squadre è definita derby di Baviera. Molto sentita è la rivalità con il Kaiserslautern, che trae origina da una sfida del 1973 persa per 7-4 dal Bayern, che era in vantaggio con il punteggio di 4-1[72][73], e riaccesa dopo il referendum successivo alla seconda guerra mondiale, che decretò l'indipendenza di Kaiserslautern e del Palatinato dalla Baviera. Negli ultimi decenni è cresciuta la rivalità sportiva con il Borussia Dortmund, che ha saputo contendere al Bayern Monaco il primato nazionale. La partita tra le due squadre è nota come Der Klassiker. Numerosi sono i duelli tra le due squadre per la conquista del titolo nazionale della Coppa di Germania, nella cui finale i club si sono incontrati varie volte (2008, 2012, 2014 e 2016). Nel 2012 la sconfitta per 5-2 patita contro il Borussia Dortmund nella finale di Coppa di Germania fu la più larga subita dal Bayern in una finale. Molti sono stati anche gli incontri tra le due squadre in Supercoppa di Germania (1989, 2008, 2012, 2013, 2014 e 2016). Nel 2012-2013 le due squadre si sono ritrovate anche in finale di Champions League, la prima tra due squadre tedesche nella storia del torneo[74]. GemellaggiIn campo internazionale si segnala il gemellaggio con i supporters italiani della Civitanovese e della Sambenedettese. In Germania invece, esiste un gemellaggio con i tifosi del Bochum. Organico 2017-2018
RosaRosa aggiornata al 14 luglio 2017.[75]
Vedi anche Fußball-Club Bayern München II. Staff tecnicoOrganigramma, tratto dal sito ufficiale, aggiornato al 21 giugno 2016.[76]
Altre sezioni della polisportivaIl Bayern è una società polisportiva, quindi, oltre al calcio maschile esistono altre sezioni. Calcio femminile
La sezione di calcio femminile è il Bayern München Frauenfußball. La squadra è stata fondata nel 1970 ed è diventata campione nazionale nel 1976, mentre nel 2002 ha conquistato la coppa nazionale[77]. Gioca le partite nel Grünwalder Stadion, utilizzato fino al 1972 dalla prima squadra maschile. Pallacanestro
La sezione di pallacanestro si chiama Bayern München Basketball. Fondata nel 1946 milita nella Basketball-Bundesliga; nella stagione 2013-2014 ha vinto il 3º campionato. Gioca le partite casalinghe nella Audi Dome[78]. Altre sezioniLe altre sezioni del club sono:
Note
Voci correlate |
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