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Il termine filettatura o impanatura[1] è applicato a due accezioni collegate tra loro:
Comunemente, la struttura che ne deriva è chiamata filetto. Normalmente il filetto assume l'aspetto di un solco ad andamento elicoidale, inciso su una superficie cilindrica (o conica). Effettuando una sezione longitudinale il suo profilo presenta di solito un andamento approssimativamente triangolare, con un'alternanza di apici esterni (chiamati creste) e apici interni (chiamati fondi).
Quando la filettatura è realizzata sulla superficie esterna di un pezzo (es. un gambo, un cilindro, un'asta, ecc.) questa viene chiamata vite, quando la filettatura è realizzata su una superficie interna (es. un foro, una cavità, ecc.) viene chiamata madrevite.
L'accoppiamento tra vite e madrevite (chiamato anche avvitamento) avviene tramite la rotazione coassiale di un elemento rispetto alla controparte complementare, purché la filettatura abbia le stesse caratteristiche.
In alcuni utilizzi, la controparte inizialmente non è filettata, ma subisce la filettatura quando il primo elemento (filettato) gli viene forzosamente avvitato contro. Alcuni esempi di questo caso sono:
La filettatura è usata principalmente per due compiti:
Le principali caratteristiche della filettatura dipendono principalmente:
Per quanto ampio sia stato lo sforzo di organi governativi e sovranazionali per realizzare norme di riferimento che permettessero la standardizzazione delle filettature, ad oggi persistono ancora diversi sistemi di filettature che solo in parte possono essere giustificati da esigenze pratiche di realizzazione o applicazione.
Le filettature si dividono in due gruppi:
A loro volta le prime si suddividono in:
Mentre le seconde:
Di seguito sono riportate le più diffuse.
Lo stesso argomento in dettaglio: Filettatura metrica ISO. |
La filettatura metrica ISO rappresenta lo standard riconosciuto dall'Organizzazione internazionale per la normazione a partire dal 1947. Essa consiste in una filettatura a profilo triangolare con angolo di profilo a 60°.
Le viti con filettatura metrica ISO vengono identificate da una M seguita dal diametro nominale in mm e, in caso di filettatura a passo fine, dal passo di filettatura.
Esempi:
- Filettatura a passo standard (grosso) diametro nominale 8 mm: M8.
- Filettatura a passo fine diametro nominale 10 mm passo 0,75 mm: M10x0,75
Nota: i filetti standard sono sempre "grossi" dato che tale passo è il più grosso tra quelli che assicurano la tenuta contro lo svitamento; se si vuole ottenere un serraggio antisvitamento occorre usare il passo standard o passi più fini.
Le filettature si convengono sempre con spirale destra (si avvitano in senso orario); raramente, per particolari usi meccanici, la filettatura può essere realizzata con spirale sinistra, (si avvitano in senso antiorario), in tal caso la filettatura di cui sopra sarà: M10x0,75 [LH] (left hand).
Un notevolissimo vantaggio della filettatura metrica è che le creste del filetto sono sempre spianate, e quindi i due filetti della giunzione filettata entrano in contatto solo con i fianchi del filetto stesso, mentre le creste hanno un gioco apprezzabile; se da un lato tale sistema è implicitamete permeabile alla tenuta (la filettatura non è "a tenuta di un fluido in pressione") per contro la sicura non interferenza tra le due parti sulle creste rende più agevole la realizzazione del filetto ed il montaggio delle parti, (le parti non rischiano di incastrarsi).
La filettatura metrica ha quindi esclusivamente una tenuta allo sforzo meccanico, in caso si intenda ottenere la tenuta questa è ottenuta facilmente con dispositivi appositi localizzati (esempio: le superfici di tenuta o le guarnizioni delle candele di accensione.
Lo stesso argomento in dettaglio: Filettatura Whitworth. |
La filettatura Whitworth ha un profilo ideale triangolare molto simile a quello metrico ISO se non che per il diverso angolo al vertice (in questo caso di 55° invece che di 60°). Il profilo nominale è poi identico per vite e madrevite ed è arrotondato sia in cresta che in fondo con un raccordo di raggio pari ad h/6.
Il contatto meccanico delle parti quindi non è solo sui fianchi dei filetti ma anche sulle creste.
Potenzialmente quindi la filettatura è sigillante, in realtà questo non sempre avviene dato che alle creste possono esistere dei giochi o, peggio, delle interferenze, che rischiano di incastrare le due parti.
L'identificazione avviene in unità anglosassoni, ossia in pollici. Per esempio, 1 ½ W indica un diametro nominale di un pollice e mezzo ed una filettatura Whitworth; i dati di passo tabellati sono espressi in filetti per pollice.
Un fatto molto importante della filettatura Whitworth normale è spesso la notevole "grossezza" del filetto rispetto al diametro della filettatura; tale condizione pone in evidenza un elevato angolo di elica, e quindi una maggiore possibilità di svitamento accidentale della vite in caso di vibrazioni, tale condizione ha portato a preferire, anche in paesi anglosassoni l'adozione della filettatura metrica.
Ha un profilo ad onda. È impiegata per attacchi elettrici, di lampadine, valvole a tappo, ecc. È unificata dall'unificazione elettrica (UNEL).
A profilo simmetrico triangolare troncato a spigoli vivi sia sul fondo sia sulle creste dei filetti; usata per strumenti di misura ed ottici, per diametri minori di 10 mm.
È sostanzialmente una filettatura Whitworth a passo molto fine, usata per la giunzione dei tubi. La sua designazione avviene mediante indicazioni convenzionali, questo perché in origine la filettatura eseguita sulla superficie esterna di un tubo veniva indicata con il diametro interno di quel tubo, possono essere cilindriche e coniche. Nella pratica si usa G 1" per indicare una filettatura Gas cilindrica oppure BSPP. Per la filettatura Gas conica si utilizza R 1" oppure BSPT.
UST Filettatura Unificata (in pollici), di profilo triangolare con la cresta smussata e il fondo raccordato (differisce dalla ISO per il valore di raggiatura e i valori in pollici);
BA British Association (in pollici), di profilo triangolare con la cresta e il fondo raccordati con grandi raggi, le pareti interne sono angolate di 47°30';
Chiamata anche filettatura SAE, la cui sigla sta per Society Autom. Engineers. American Standard (in pollici), di profilo triangolare con la cresta e il fondo smussati, le pareti interne sono angolate di 60°.
La filettatura PG (dal tedesco Panzergewinde) è un tipo di filettatura creata in Germania, ed è principalmente utilizzata per filettare tubi porta conduttori elettrici e connessioni elettriche. Ha la particolarità di avere un angolo di profilo di 80°, questo comporta una profondità della filettatura esigua, ideale per filettare tubi di spessore minimo.
Filettatura PG | |||
---|---|---|---|
Filetto | Ø est in mm | Passo in TPI | Ø int in mm |
PG7 | 12,5 | 20 | 11,28 |
PG9 | 15,2 | 18 | 13,86 |
PG11 | 18,6 | 18 | 17,26 |
PG13,5 | 20,4 | 18 | 19,06 |
PG16 | 22,5 | 18 | 21,16 |
PG21 | 28,3 | 16 | 26,78 |
PG29 | 37,0 | 16 | 35,48 |
PG36 | 47,0 | 16 | 45,48 |
PG42 | 54,0 | 16 | 52,48 |
PG48 | 59,3 | 16 | 57,78 |
La filettatura può essere ottenuta tramite diversi processi di lavorazione:
L'operazione di filettatura viene normalmente eseguita forzando l'avvitamento d'utensili filettati (appositamente sagomati e induriti) sulla superficie cilindrica da lavorare.
Gli utensili destinati alla realizzazione di filettature esterne (le viti) vengono chiamati filiere, mentre, quelli destinati alla realizzazione di filettature interne (le madreviti) vengono chiamati maschi.
La filettatura può essere eseguita anche attraverso l'incisione diretta del pezzo da lavorare, tramite un tornio. L'uso di questa macchina utensile permette anche di realizzare filettature speciali (ad esempio filettature non normate o a passo variabile) oppure di lavorare pezzi di grande dimensione.
Per diametro del filetto si intende un valore nominale che è pari:
In pratica il passo del filetto è la distanza che intercorre tra due filetti consecutivi della stessa elica, lungo la sezione longitudinale della filettatura.
Se la vite è caratterizzata da un solo principio, misura lo spostamento longitudinale del tracciato elicoidale dopo un giro completo sulla superficie cilindrica.
Il tracciato elicoidale di una filettatura può essere:
Salvo condizioni richieste da soluzioni meccaniche particolari, tutte le filettature se non altrimenti indicato sono destrorse.
Il termine destrorso e sinistrorso richiama la topologia (studio delle forme), di competenza di diverse discipline scientifiche.
Se invece di uno solo, si avvolgono sulla superficie cilindrica due o più filetti affiancati, la filettatura si dice a due o più princìpi. In questo caso si deve distinguere tra il passo del profilo (apparente), cioè la distanza in direzione assiale tra una cresta e la successiva, e il passo della filettatura (effettivo). Nel caso di principio multiplo, ad un singolo giro di avvitamento della vite, corrisponde una movimentazione lungo l'asse longitudinale dell'elicoide pari al passo apparente moltiplicato per il numero dei principi, ovvero pari al passo effettivo. Si ricorre a questo tipo di filettatura quando si vogliono realizzare passi elevati senza indebolire troppo la sezione resistente con filetti grandi e profondi.
È una curva su una superficie cilindrica che interseca le generatrici di tale superficie con un angolo costante compreso tra 0 e π/2 radianti. L'asse della superficie cilindrica è anche l'asse dell'elica lungo una generatrice e la si sviluppa in piano, l'elica si presenta sotto forma di una serie di segmenti di retta inclinati e paralleli.
I parametri che definiscono l'elica sono i seguenti:
.
È il triangolo dal quale sono dedotte, in modo semplice, le forme e dimensioni del profilo base. Prolungando i fianchi del profilo di base, si giunge immediatamente al triangolo generatore, per le filettature metriche ISO.
È l'altezza H del triangolo generatore, funzione del passo P del profilo e dell'angolo del filetto.
Sono le configurazioni delle filettature esterne e delle filettature interne in funzione di esse si determinano le dimensioni limite.
In una filettatura possiamo distinguere altri elementi secondari rispetto ai parametri elencati in precedenza:
L'avvitamento è l'azione di accoppiamento tra vite e madrevite, tale azione è anche detta "impanatura" quando l'azione stessa dell'avvitamento produce la creazione del filetto mediante profili taglienti della vite all'interno della madrevite, all'atto dell'avvitamento stesso.
L'avvitamento in genere può essere ottenuto manualmente senza alcuna prescrizione particolare, salvo l'esperienza e la sensibilità dell'operatore a realizzare il serraggio.
La questione ha però prescrizioni particolari in caso di viti molto piccole, o con materiali morbidi o deboli, di una o di ambedue le parti connesse, come ad esempio l'alluminio, o con soluzioni tecnologiche di maggior livello. Per riuscire ad avvitare la vite con la madrevite è necessaria una lavorazione meccanica detta comunemente "Smusso" ,eseguita con o senza asportazione di truciolo, atta ad annullare il diametro esterno della vite sulla sua parte immediatamente finale (che comprenda due o tre filetti), ed un altro "Smusso" sulla madrevite sulla parte che dovrà avvitarsi con la vite. Questo accorgimento fa sì che la vite e la madrevite, nel momento dell avvitamnento si incontrino rispettivamente sul diametro di nocciolo (o interno) e sul diametro esterno, creando gioco. Sarebbe, infatti impossibile impannare una vite ad una madrevite senza lo "Smusso".
Per il serraggio a mano si utilizzano appositi attrezzi come cacciavite o chiave, per il serraggio motorizzato possono essere usati appositi attrezzi meccanici a serraggio graduato. Per i serraggi di maggior precisione invece possono essere rigorosamente prescritte azioni con chiave dinamometrica a valori definiti dalle regole di realizzazione. Tali regole sono dettate dal tipo di materiale con cui è realizzata la vite-madrevite, dal numero di filetti in presa nella filettatura, dalla grandezza del diametro nominale della giunzione e dalla sollecitazione di trazione a cui è sottoposta la giunzione (normalmente nota in fase di progettazione).
Avvitamenti disassati o serraggi eccessivi possono portare allo strappo dei filetti (spanatura) con gravi danni e compromissione totale del giunto meccanico. Onde scongiurare il bloccaggio per ossidazione o per trasporto galvanico conviene, soprattutto nei motori, lubrificare i filetti con grasso al rame e serrare sempre ai valori di coppia motrice prescritti per tale condizione.
Le filettature sono rappresentate nei disegni in modo assolutamente convenzionale, che rende rapidissima la rappresentazione, sia interna, sia esterna, sia ancora di parti unite con accoppiamento filettato.
Il metodo convenzionale di rappresentazione si basa sui due principi che seguono:
Per semplicità le norme di rappresentazione di filettature, secondo il precedente comma a), vengono riunite in una tabella
La guarnizione delle filettatura assicura la tenuta idraulica della filettatura, mediante interposizione di materiale tra filetto della vite e quello della madrevite. In condizione estreme anche grassi speciali o mastici costituiscono materiale di interposizione tra i filetti, non a scopo di tenuta idraulica, ma per evitare il grippaggio per il contatto intermetallico ad alta temperatura.
La filettatura in applicazioni idrauliche banali, può essere dentata, questo tipo di filettatura si contraddistingue per via delle creste dentate, che nel caso si utilizzi la canapa come guarnizione tra i due componenti filettati, permette di migliorare la presa della canapa sulla filettatura e permette di trascinarla dentro ai due componenti evitando o riducendo la sua fuoriuscita per slittamento durante la fase di avvitatura. Nelle applicazioni domestiche, la "dentatura" viene tradizionalmente ottenuta dall'idraulico, prima dell'applicazione della canapa, grattando o tagliando la filettatura in senso perpendicolare.
Altre guarnizioni alle filettature, più performanti e specifiche, sono praticate con materiali speciali, come nastri sottili di politetrafluoroetilene (detto anche commercialmente Teflon (r) o analoghi), o paste sigillanti o antigrippaggio.
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