Lotus Group plc | |
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Stato | Regno Unito |
Forma societaria | Società per azioni |
Fondazione | 1952 a Hethel |
Fondata da | Colin Chapman |
Sede principale | Hethel |
Gruppo | Proton |
Persone chiave | Jean-Marc Gales (CEO) |
Settore | Casa automobilistica |
Prodotti | Autovetture |
Slogan | «Light is Right» |
Sito web | |
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La Lotus è una casa automobilistica britannica, con sede a Hethel in Inghilterra, famosa per le sue realizzazioni sportive ed estreme.
Venne fondata nel 1952 da Colin Chapman, ingegnere tra i più illustri e influenti dell'automobilismo del dopoguerra. Nel suo famoso logo su sfondo giallo e verde vi sono infatti le iniziali stilizzate del suo nome completo, Anthony Colin Bruce Chapman.
Dopo la morte del suo fondatore e in seguito anche alle esposizioni finanziarie dovute all'accordo stipulato con la De Lorean Motor Company per la costruzione della DMC-12, nel 1986 l'azienda venne acquisita dalla General Motors. Nel 1993 a sua volta il colosso statunitense la cedette alla lussemburghese A.C.B.N. Holdings S.A., controllata dall'uomo d'affari italiano Romano Artioli, a quei tempi proprietario anche del marchio Bugatti. Il più recente passaggio di proprietà riguarda il 1996, anno in cui il controllo passò alla malese Proton.
La Lotus costruisce auto sportive famose per i contenuti tecnologici avanzati e consistenti doti stradali, che le rendono molto ambite dai cultori della guida sportiva. Inoltre offre consulenze telaistiche e motoristiche a diverse case automobilistiche.
Nel 2012 strinse un accordo con il preparatore svizzero Mansory nominandolo proprio elaboratore ufficiale.
Nel 2014 furono diffuse le immagini della Lotus C-01, un prototipo di motocicletta di cui fu dichiarato ne sarebbero stati realizzati 100 esemplari dall'azienda tedesca Kodewa utilizzando il marchio Lotus Motorcycles[1][2][3].
Lo stesso argomento in dettaglio: Team Lotus, Lotus Racing, Renault F1 e Lotus F1 Team. |
Furono molti i piloti di Formula 1 che divennero famosi grazie ai successi con la scuderia britannica; tra questi Jim Clark che trovò la morte a bordo di una Lotus da Formula 2, Jochen Rindt che fu il primo pilota a vincere il titolo di campione mondiale postumo, dopo aver perso la vita in un incidente all'Autodromo Nazionale di Monza nel 1970, e poi Emerson Fittipaldi, Mario Andretti, Nigel Mansell, e Ayrton Senna.
Più di ogni altra scuderia la Lotus ha contribuito all'evoluzione tecnica della Formula 1, introducendo nel corso degli anni molte e significative innovazioni che caratterizzano ancora oggi le monoposto da Gran Premio, tra cui il telaio monoscocca, il motore con funzione portante, i radiatori laterali, le sospensioni attive e anche lo sfruttamento del fenomeno noto come effetto suolo (oggi drasticamente ridotto per imposizione dei regolamenti). Innovative e vincenti, le Lotus da Gran Premio sono considerate tra le monoposto più significative nella storia della Formula 1.
Il Team Lotus fu innovativo anche nella gestione: fu infatti Colin Chapman alla fine degli anni sessanta a introdurre per primo le sponsorizzazioni di aziende esterne allo sport (soprattutto i produttori di tabacco) sotto forma di scritte e colorazioni sulle vetture.
Alla morte del fondatore, avvenuta per infarto nel 1982, seguì un lento declino e la Lotus uscì dalla scena della Formula 1 nel 1994 a causa di problemi finanziari. La scuderia ha fatto ritorno in Formula 1 nel 2010, grazie a un consorzio composto dal governo malese e dal gruppo Proton, vedi: Lotus Racing.
Nel 2011 la Lotus Cars diventa sponsor della Lotus Renault GP. Dal 2012 scompare il nome Renault dalla denominazione del team che si chiamerà semplicemente Lotus F1 Team, per poi ritornare nuovamente Renault nel 2016.
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