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Europa | |
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Posizione dell'Europa nel mondo | |
Stati | 45 + 5 in parte |
Superficie | 8 180 000 km² |
Abitanti | 734 183 926 (2014) |
Densità | 70,88 ab./km² |
Lingue | albanese, armeno[1], azero[1], basco, bielorusso, bosniaco, bulgaro, catalano, ceco, corso, croato, danese, estone, faroese, finlandese, francese, gagliego, georgiano[1], greco, inglese, irlandese, islandese, italiano, lettone, lituano, lussemburghese, macedone, maltese, norvegese, olandese, polacco, portoghese, romancio, rumeno, russo, sardo, serbo, slovacco, sloveno, spagnolo, svedese, tedesco, turco[2], ucraino, ungherese. |
Fusi orari | da UTC-1 a UTC+6 |
Nome abitanti | europei |
L'Europa (/euˈrɔpa/[3]) è una regione geografica del mondo, comunemente considerata un continente in base a fattori economici, geopolitici e storico-culturali. Secondo il punto di vista fisico-geografico è l'estremità occidentale del supercontinente euroasiatico, oppure una delle tre parti del supercontinente Eurafrasia.
La storia e la cultura europea hanno influenzato notevolmente quelle degli altri continenti, verso i quali, a partire dal XVI secolo, sono state frequenti e massicce le migrazioni, specialmente in America e in Oceania, dove gli europei hanno quasi sostituito le popolazioni locali.
Nella mitologia greca, Europa era la figlia di Agenore re di Tiro, antica città fenicia e colonia greca in area mediterraneo-mediorientale. Zeus, innamoratosi di questa, decise di rapirla e si trasformò in uno splendido toro bianco. Mentre coglieva i fiori in riva al mare, Europa vide il toro che le si avvicinava. Era un po' spaventata ma il toro si sdraiò ai suoi piedi ed Europa si tranquillizzò. Vedendo che si lasciava accarezzare Europa salì sulla groppa del toro che si gettò in mare e la condusse fino a Creta. Zeus si ritrasformò in dio e le rivelò il suo amore. Ebbero tre figli: Minosse, Sarpedonte e Radamanto. Minosse divenne re di Creta e diede vita alla civiltà cretese, culla della civiltà europea. Il nome Europa, da quel momento, indicò le terre poste a nord del Mar Mediterraneo[4].
In epoca greca e romana l'Europa era un termine geografico indefinito, indicante una terra a nord del Mediterraneo della quale non si conoscevano con esattezza i confini settentrionali. Nella ricostruzione del geografo greco Ecateo di Mileto (m. 480 a.C.) la Terra comprendeva due continenti divisi dal Mediterraneo, centro del mondo: da una parte l'Europa confinata a nord dalle sconosciute regioni iperboree; dall'altra l'Asia, nella quale erano compresi anche l'Egitto e la Libia. La civiltà greca è la base di tutta la cultura europea ed in particolare del suo pensiero, successivamente l'impero romano la diffonderà nel resto del continente introducendo la lingua latina[N 1], il diritto e delineando i confini dei futuri stati europei[senza fonte].
Assai raramente gli autori latini citano i termini "Europa" ed "europei". Il primo che usa il termine con un significato assai pertinente alla fine del VI secolo fu l'abate irlandese San Colombano, futuro fondatore dell'abbazia di Bobbio, che lo citò (tutus Europae) in una delle lettere al papa Gregorio Magno. Anche il monaco Isidoro Pacensis, usò il termine per indicare i soldati che sotto la guida di Carlo Martello, avevano combattuto a Poitiers (prospiciunt Europenses Arabum tentoria, nescientes cunct aesse pervacua). La battaglia aveva assunto infatti un grande valore simbolico: l'Occidente cristiano idealmente rappresentato dall'Europa, che aveva fermato l'espansione araba; e quindi Isidoro aveva usato l'aggettivo "europeo" per attribuire un'identità collettiva ai guerrieri che avevano fermato gli invasori musulmani.
L'Europa diviene per la prima volta una concreta e nuova realtà politica con l'impero di Carlo Magno. Tra la fine dell'VIII e l'inizio del IX secolo, alla fine di un trentennio di guerre contro Longobardi, Avari, Sassoni e Slavi, nasce una nuova entità nella quale convergono la potenza dei popoli germanici, ciò che sopravvisse di Roma, dei Celti e di tutti i popoli precedenti fino al paleolitico più l'autorità spirituale del sommo pontefice. Carlo, un giovane condottiero franco, fonda un grande Impero che comprende la gran parte dell'Europa occidentale, adotta il latino come lingua scritta ufficiale, usa una sola moneta e professa una sola religione.
Lo stesso argomento in dettaglio: Storia d'Europa, Unificazione europea e Unione europea. |
Nella preistoria europea si sarebbe verificato dal 7000 a.C. il passaggio al Neolitico (diffusione dell'agricoltura) a partire dall'espansione dal Vicino Oriente e Anatolia verso la Grecia e i Balcani e risalendo il corso del Danubio fino alla Mitteleuropa. Le popolazioni neolitiche utilizzavano anche la ceramica, le cui evoluzioni (incisioni decorative lineari o punzonate, vasellame di forma standard o introduzione di boccali e coppe imbutiformi) suggeriscono un'espansione da sud-est verso nord-ovest lungo il Danubio e quindi in Europa centrale. Successivamente dal 5000 a.C. si sarebbe sovrapposta a questa Europa Antica l'invasione degli Indoeuropei dalla regione a nord del Ponto. Questo popolo era principalmente dedito all'allevamento di bovini e alla pastorizia, conosceva l'uso del carro trainato da buoi e parlava la lingua proto-indoeuropea, antenata delle moderne lingue europee. La popolazione era tripartita tra un'elite di guerrieri e sacerdoti e i lavoratori sottomessi. Si praticava l'inumazione in tumuli dei defunti con un corredo funerario che ne rifletteva la posizione sociale, una mitologia politeista guerriera trasmessa da cantori di poemi epici. A seguito di ciò, dal 3000 a.C. nella civiltà agricola dell'Europa centrale si osserva l'introduzione di elementi indoeuropei, con sepolture a tumuli con corredi funerari con asce da guerra e vasellame lavorato con decorazioni a corda. Dalla loro espansione in Europa occidentale e fusione con la popolazione stanziale preesistente, che produceva vasellame di forma globulare (anfore), nacquero i Protocelti, che producevano vasellame di forma campaniforme, mentre in Europa centrale e orientale nacquero i popoli proto-Germani e balto-slavi. Dall'Europa orientale gli Indoeuropei avrebbero anche introdotto la metallurgia del rame e successivamente del bronzo, e l'uso del cavallo. Essi avevano una struttura gerarchica e patriarcale, con a capo la figura del re.
Nel 1600 a.C. in Grecia essi diedero vita a città-stato organizzate attorno a un centro politico-religioso dell'acropoli, la civiltà micenea, le cui vicende sono cantate dai poemi omerici. A seguito dell'invasione dei Popoli del mare nelle coste mediterranee nel 1200 a.C. vi fu una decadenza delle città-stato. In questo periodo anche in Europa continentale riemersero le religioni pre-indoeuropee, con la pratica dell'incenerizione dei defunti e loro conservazione in urne, come nella cultura villanoviana dell'Italia settentrionale. Trascorso il Medioevo ellenico seguito alle invasioni dei Popoli del mare, si ebbe una ripresa dei commerci tra le città della Grecia e dell'Anatolia attraverso l'Egeo, e la nascita delle poleis, non più basate sulla monarchia e l'acropoli, bensì sulla democrazia e l'agora, che diffusero le loro colonie anche nella Magna Grecia in competizione con i Fenici, mentre nell'Italia centrale fiorirono la civiltà etrusca e quella romana.
L'unificazione politica e culturale del continente europeo fu dovuta all'espansione dell'Impero romano su tutta l'Europa mediterranea, con la diffusione della lingua latina e del diritto romano fino al limes renano e danubiano, e la diffusione della cultura greca in campo artistico e filosofico. A partire dall'imperatore Costantino, a queste due fonti si unì anche l'influenza della religione cristiana e, tramite essa, della tradizione giudaica.
A seguito dell'invasione di popoli indoeuropei quali Germani e Slavi, e successivamente degli Arabi, l'impero romano ebbe una fase di crisi, che porto alla caduta dell'Impero romano d'Occidente e al pesante ridimensionamento di quello d'Oriente, che fu ridotto alla sola Grecia e Anatolia. Questo periodo, caratterizzato dalla difficile integrazione tra la civiltà europea classica (greco-romana e giudaico-cristiana) e gli usi "barbari" dei nuovi invasori, fu indicato dagli storici moderni come Medioevo. Nacquero comunità monastiche come quelle colombaniane e benedettine, che si prefissero il compito di salvaguardare la cultura europea classica e cristiana, nonché di reinterpretarla creativamente attraverso l'evangelizzazione dei regni romano-barbarici sorti sulle rovine dell'impero romano. Grazie a ciò fu possibile la rinascenza carolingia con la ricostituzione dell'impero romano d'occidente come Sacro Romano Impero e l'attribuzione al vescovo di Roma del ruolo primaziale nella guida dei cristiani. Inoltre con la guida spirituale del Papato alcuni liberi comuni d'Italia, le repubbliche marinare, riportarono nel XI secolo di nuovo in Europa il ruolo egemone nei commerci nel Mediterraneo, perso dall'impero romano nel VII secolo a seguito dell'espansione araba. Le repubbliche marinare furono anche un motore della Reconquista europea di alcune terre sottratte dagli Arabi nella loro espansione, sia in occidente (penisola iberica) che in oriente (soccorso contro i Turchi all'impero bizantino). Attraverso i rapporti con gli Arabi, vi fu una riscoperta dell'aristotelismo e un'attenzione maggiore allo studio del mondo della natura, favorita anche dalla nascita di un ceto borghese di mercanti e artigiani interessato all'acquisizione di un sapere tecnico-pratico che è all'origine del progresso della civiltà europea.
La diffusione dei viaggi dei mercanti verso ogni parte del mondo conosciuto, e la nascita di liberi comuni guidati da valori borghesi, causò la messa in discussione dei valori tradizionali religiosi con l'umanesimo rendendo più forti le voci per una riforma della Chiesa e del Papato, e causando anche la formazione delle monarchie nazionali in Francia, Spagna e Inghilterra, non più sottoposte all'imperatore quale unico sovrano europeo.
In Italia invece i liberi comuni furono assoggettati da un certo numero di signori, la cui competizione si avvaleva anche degli artisti, che attraverso le loro opere manifestassero la prosperità di ciascuna Signoria. Questo periodo fu noto in Italia come Rinascimento ed ebbe il suo epicentro nella Firenze di Lorenzo il Magnifico, che tuttavia non riuscì a imporsi come centro egemone unificatore.
La competizione tra le nuove monarchie nazionali per l'egemonia europea e nei commerci con il ricco Oriente, di nuovo ostacolata dall'interposizione dell'Impero ottomano lungo la via della Seta, causò anche l'inizio di un periodo di esplorazioni geografiche, nuove scoperte e apertura di nuove rotte commerciali. Nel XV secolo il Portogallo e la Spagna aprirono le rotte atlantiche, presto imitati da Paesi Bassi, Gran Bretagna e Francia. Queste Nazioni costruirono vasti imperi coloniali lungo le coste di tutti i continenti.
Alla ribellione all'autorità papale dei riformatori religiosi umanisti, seguì presto la ribellione dei Protestanti anche all'autorità regale con l'affermazione della democrazia in Inghilterra nel 1689.
Nel XVIII secolo, nella colonia britannica d'oltremare degli Stati Uniti d'America, scoppiò la Rivoluzione americana presto seguita dalla Rivoluzione francese, esportata in tutta Europa con le guerre napoleoniche e le società segrete. Ciò portò al completamento del processo di nascita degli Stati nazionali ad opera della Prussia che unificò la Germania e della Savoia che unificò l'Italia. Culturalmente in questo periodo il sentimento nazionale si affianca alla fede religiosa e l'ideologia dominante è il Romanticismo, di ispirazione hegeliana.
Fu comunque un periodo di tensioni sociali caratterizzato dall'industrializzazione, dai moti rivoluzionari del 1848 e dalle politiche espansionistiche dei maggiori stati europei, tenuti in un precario stato di pace durante la fine del secolo dal cancelliere tedesco Otto von Bismarck grazie ad alleanze che divisero in due il continente.
Nella seconda metà del XIX secolo gli stati Europei stabilirono un dominio tecnologico, culturale, politico ed economico sul resto del mondo, conquistando o riducendo in colonie enormi estensioni territoriali negli altri continenti. Il periodo del Grande gioco fu in Europa ricordato come belle epoque per la classe borghese al potere, ma ciò portò anche alla luce le contraddizioni insite nel sistema economico capitalistico, lucidamente analizzate da Karl Marx e Friedrich Engels gettando le basi del socialismo scientifico.
Nel 1914 tali tensioni sfociarono nella prima guerra mondiale che si concluse nel 1918 con la sconfitta degli Imperi continentali tedesco e austro-ungarico e la vittoria dell'intesa, cioè Regno Unito, Francia, Regno d'Italia e Stati Uniti d'America, nonché della neonata Unione sovietica socialista, succeduta all'impero russo. Le tensioni sociali e quelle fra gli stati europei crebbero nuovamente, soprattutto in Germania, paese gravato dalle pesanti sanzioni post-belliche imposte dagli alleati su espressa richiesta della Francia, e sfociarono nella seconda guerra mondiale, la quale fu principalmente provocata dall'aggressiva politica revansceistica messa in atto dalla Germania nazista e successivamente dall'Italia fascista, appoggiati in Asia dall'Impero giapponese. Le due guerre spezzarono l'egemonia del Continente sul resto del pianeta lasciando il posto di leader mondiali agli Stati Uniti e all'Unione Sovietica.
Dal 1945 al 1991 l'Europa si ritrovò attraversata dalla cosiddetta cortina di ferro, ovvero la linea di confine fra il blocco occidentale-capitalista e quello orientale-comunista, situazione finita con la dissoluzione dell'Unione Sovietica e che al momento è ancora in fase di assestamento, con la creazione dell'Unione europea, il problema dei rapporti con il mondo arabo nel bacino del Mediterraneo e del confronto con il ruolo egemonico assunto dagli U.S.A. nel nuovo scacchiere internazionale. Il fenomeno della globalizzazione è un ulteriore stimolo al processo di unificazione europea, come ha sottolineato Romano Prodi: "L'Europa si trova in una condizione simile a quella dell'Italia del Rinascimento, che era prima in tutto: nell'economia, nell'arte, nella cultura, nella strategia militare. Poi è arrivata la prima globalizzazione (la scoperta dell'America), non ha saputo unirsi ed è sparita dalla carta geografica. Oggi di fronte alla seconda globalizzazione, l'Europa rischia di fare la stessa fine"[5].
Lo stesso argomento in dettaglio: Geografia dell'Europa. |
L'Europa comprende una parte continentale e una peninsulare, separate dall'istmo ponto-baltico (mar Nero-mar Baltico). Come continente è fra i più piccoli: la sua superficie infatti si estende per soli 10 091 000 km²[6], estensione poco superiore a quella dell'Oceania, il continente più piccolo della Terra; nonostante ciò il continente europeo è il terzo più popolato:[N 2] con i suoi 738 200 000[7] abitanti segue solo l'Asia e l'Africa. Il fatto si spiega notando che la stragrande maggioranza dei territori europei godono di clima temperato; altro fattore che favorisce il popolamento è l'assenza di zone inabitabili, come deserti o calotte glaciali, caratteristica unica tra tutti i continenti.
Il confine naturale d'Europa è in gran parte costituito da mare: essa è delimitata a nord dal mar Glaciale Artico, ad ovest dall'oceano Atlantico e a sud dal mar Mediterraneo e dal mar Nero. Ad est, invece, il concetto di Europa sfuma gradatamente nell'Asia ed è definito solo attraverso linee convenzionali; tutte ricadenti in territorio russo, la più seguita indica come confine europeo orientale la linea che segue la catena montuosa degli Urali, il fiume Ural che da essi nasce, la costa settentrionale del mar Caspio e la depressione del Kuma-Manyč[8].
Ad est l'Europa confina con l'Asia. Il confine tra i due continenti ricade quasi completamente in Russia; parte dal Mar Glaciale Artico, segue il margine orientale dei monti Urali, prosegue lungo il corso del fiume Ural, la costa nord-occidentale del mar Caspio, la depressione del Kuma-Manyč e arriva alla foce del fiume Don, nel Mar d'Azov[8]. Nel tratto tra il mar Caspio e il mar d'Azov, questa linea di demarcazione fu così definita dallo zar di Russia fin dal 1730 sulla base dei lavori geografici del tedesco Philip Johan von Strahlenberg, appositamente incaricato dal regnante russo.
Se questa è la convenzione sulla quale la maggior parte degli autori si trova d'accordo, non mancano altri modi di vedere; si segnalano i principali:
Le frontiere orientali d'Europa rappresentano dunque un'eccezione nel campo dei confini continentali, non coincidendo con mari od oceani e quindi mancando di quella precisa definizione che si accompagna quasi sempre ai confini continentali. I limiti tra Europa ed Asia si definiscono perciò con criteri politici e culturali, ai quali si affiancano considerazioni di geografia fisica. Le diversità di opinione in merito indicano che, in Russia, i caratteri europei sfumano gradatamente verso quelli asiatici[8].
I paesi caucasici dell'Armenia, della Georgia, dell'Azerbaigian sono considerati europei solo da una minoranza di autori[8]. Il Kazakistan e la Turchia sono quasi sempre esclusi, ricadendo solo per una minima parte del loro territorio all'interno dell'Europa, anche secondo i criteri che spostano più ad oriente i confini continentali[11].
Il mar Nero, il Bosforo, il mar di Marmara e i Dardanelli sono universalmente riconosciuti come confine meridionale tra Europa ed Asia. Il mar Mediterraneo separa l'Europa dall'Africa. Cipro e le isole greche situate nei pressi della costa turca sono territori tradizionalmente considerati parte integrante d'Europa, anche se da un punto di vista strettamente geografico si potrebbero considerare asiatici.
Ad ovest il confine è dato dall'Oceano Atlantico, includendo l'Islanda all'interno dell'Europa.
Il Mar Glaciale Artico è il limite settentrionale del continente europeo, nel quale sono incluse anche tutte le isole artiche situate tra la costa e il Polo Nord.
Lo stesso argomento in dettaglio: Punti estremi dell'Europa. |
Punto cardinale | Tradizionale | Effettivo (massa continentale) |
Effettivo (isole e territori annessi) |
---|---|---|---|
Nord | Capo Nord | Knivskjellodden[N 3] | Capo Fligely, Terra di Francesco Giuseppe[N 4] |
Sud | Punta de Tarifa | Punta de Tarifa | Capo Tripiti, Gavdos[N 5] |
Est | Monti Urali | Repubblica di Komi | Capo Želanija |
Ovest | Capo Slea[N 6] | Cabo da Roca | Bjargtangar[N 7] |
L'Europa è composta da un insieme di penisole connesse. Le più grandi tra queste sono la "terraferma" europea e la Scandinavia a nord, divise dal mar Baltico. Tre penisole minori, Iberia, Italia e Balcani, spuntano dal margine meridionale dell'entroterra nel mar Mediterraneo, che le separa dall'Africa.
I rilievi in Europa mostrano grandi dislivelli in aree relativamente piccole. Le regioni meridionali sono prevalentemente montuose, mentre, procedendo verso nord, il terreno scende da Alpi, Pirenei e Carpazi, verso altopiani collinosi e poi le ampie e basse pianure del nord, particolarmente vaste a oriente. La zona pianeggiante è conosciuta come la Grande Pianura Europea, e ha il suo centro nel Bassopiano germanico. Un arco montano esiste anche sulla costa nord-occidentale, comincia ad ovest con le Isole Britanniche e continua lungo l'asse montagnoso, tagliato dai fiordi, della Norvegia.
Questa è una descrizione semplificata. Sotto regioni come l'Iberia e l'Italia contengono le loro proprie complesse caratteristiche, come la terraferma europea stessa, dove i rilievi contengono molti altopiani, valli dei fiumi e bacini che complicano la struttura generale. L'Islanda e le Isole Britanniche sono casi speciali. Si credeva che fossero terre a sé nell'oceano settentrionale che viene considerato come una parte dell'Europa, mentre adesso si pensa che siano aree montagnose un tempo unite alla terraferma finché l'innalzamento del livello del mare non le ha tagliate fuori.
A causa delle poche generalizzazioni che si possono fare riguardo ai rilievi dell'Europa, non è sorprendente che tante regioni separate abbiano ospitato altrettante nazioni indipendenti durante la sua storia.
La distribuzione delle risorse idriche in Europa è irregolare. L'Europa, dopo le Americhe e l'Oceania, è tuttavia il continente con maggiore disponibilità di risorse idriche in rapporto alla popolazione.
Esiste un dibattito riguardante la localizzazione del centro dell'Europa.
Avendo vissuto fianco a fianco con la civiltà agricola e industriale per millenni, animali e piante europei sono profondamente segnati dalla presenza e attività dell'uomo. Con l'eccezione della Scandinavia e della Russia, si possono trovare poche aree incontaminate e selvatiche in Europa, eccetto i parchi naturali.
La principale vegetazione naturale che ricopre l'Europa è la foresta. Le condizioni per la sua crescita sono molto favorevoli. A nord, la Corrente del Golfo e la Corrente del Nord Atlantico riscaldano il continente, a sud il clima è mediterraneo, e ci sono frequenti siccità estive in questa regione. Le creste delle montagne hanno spesso molta influenza sulle condizioni climatiche, alcune (Alpi, Pirenei), sono orientate dall'est all'ovest e permettono al vento di portare grandi masse d'acqua dall'oceano verso l'interno. Altre sono orientate da sud a nord (Montagne Scandinave, Alpi Dinariche, Carpazi, Appennini) e siccome la pioggia cade prima dal lato delle montagne orientato verso il mare, le foreste crescono meglio da questa parte, mentre dall'altro lato, le condizioni sono molto meno favorevoli. Pochi sono i luoghi del continente sui quali nei millenni non ha pascolato il bestiame e a ciò si aggiunge la massiccia deforestazione che ha causato danni incalcolabili all'ecosistema originario.
Un tempo l'Europa era coperta tra l'80% e il 90% dalle foreste, che si estendevano dal Mediterraneo all'Artico. Sebbene più della metà delle foreste originarie siano scomparse nei secoli di colonizzazione, l'Europa ha ancora più di un quarto delle foreste mondiali, abeti nelle foreste della Scandinavia, vaste foreste di pini in Russia, castagno nel Caucaso, e la quercia nel Mediterraneo. Recentemente, la deforestazione si è arrestata e sono stati piantati molti alberi. Tuttavia, spesso, le conifere sono state preferite agli originali alberi decidui per via della loro rapidità di crescita. Le piantagioni e le monocolture coprono oggi vaste aree di terra e ciò lascia pochi habitat alle specie animali originarie delle foreste europee. L'estensione delle foreste originarie è ormai ridotta al 2-3% nell'Europa Occidentale e al 5-10% nella Russia europea. Il paese meno coperto da foreste è l'Irlanda (8%), quello più coperto è la Finlandia (72%).
Nella terraferma, prevalgono le foreste decidue. Le specie più importanti sono il faggio, la betulla e la quercia. Nel nord, dove cresce la taiga, la betulla è molto comune. Nell'area mediterranea sono stati piantati un gran numero di ulivi che si adattano molto bene all'arido clima estivo. Un'altra specie comune nell'Europa Meridionale sono i cipressi. Le foreste di conifere prevalgono ad altitudini elevate, sopra il confine delle foreste, mentre nel nord della Russia e in Scandinavia, all'avvicinarsi dell'Artico, predomina la tundra. Le regioni semi-aride del mediterraneo ospitano anche piante del sottobosco. Una stretta lingua della prateria euroasiatica, la steppa, si estende dalla Russia meridionale e dall'Ucraina verso l'Ungheria nonché, attraverso la taiga, nel nord.
Sono endemiche europee due Specie di palme, la Chamaerops humilis, detta anche palma nana o di San Pietro del Mediterraneo meridionale, e la Phoenix theophrasti o dattero di Creta, dell'isola omonima.
La più recente glaciazione e la presenza dell'uomo, hanno influenzato la distribuzione della fauna europea. In molte parti dell'Europa, predatori e grandi animali sono stati cacciati fino all'estinzione. Il mammut e l'uro si sono estinti, e oggi, lupi (carnivori) e orsi (onnivori), un tempo diffusi ovunque nel continente, sono a rischio di estinzione anche a causa della deforestazione che li ha costretti a ritirarsi sempre di più. Già nel Medioevo l'habitat degli orsi era limitato a montagne più o meno inaccessibili con sufficiente copertura boschiva. Oggi l'orso bruno vive principalmente nella penisola balcanica, nel nord e in Russia; altre regioni (Austria, Pirenei ecc.) sono ancora abitate da un numero minore di esemplari ma in queste aree la presenza è frammentaria e gli esemplari vivono emarginati a causa della distruzione del loro habitat. Nell'estremo nord dell'Europa si può trovare l'orso polare. Il lupo, il secondo più grande predatore in Europa dopo l'orso bruno, si può trovare principalmente nell'Europa Orientale e nei Balcani.
Altri carnivori importanti sono la lince eurasiatica, il gatto selvatico, le volpi (specialmente la volpe rossa), gli sciacalli, le martore. Diffusi sono anche ricci, serpenti (vipere, bisce, ecc.), diversi uccelli e mammiferi, come roditori, cervi, caprioli e cinghiali. Le zone montuose sono popolate, tra gli altri, da marmotte, stambecchi e camosci.
Anche le creature marine sono importanti per la flora e la fauna europee. La flora marina è principalmente costituita da fitoplancton mentre tra le specie animali che popolano i mari europei vanno ricordati lo zooplancton, i molluschi, gli echinodermi, i crostacei, i calamari, i polpi, i pesci, i delfini e le balene.
Alcuni animali, come i protei e i pipistrelli, vivono in grotte.
Lo stesso argomento in dettaglio: Stati dell'Europa. |
La tabella sottostante riporta l'elenco alfabetico dei Paesi europei, che compaiono anche nella mappa sovrastante.
Di questi la maggioranza sono europei sia dal punto di vista geografico che storico-culturale; altri, invece, si trovano in una situazione particolare:
Superficie, popolazione e densità degli Stati europei:
Stato | Superficie, km²[13] |
Popolazione, abitanti (2014)[14] |
Densità, abitanti per km²[15] |
Capitale[16] | |
---|---|---|---|---|---|
1 | Albania | 28 748 | 3 020 209 | 105,1 | Tirana |
2 | Andorra | 468 | 85 458 | 182,6 | Andorra la Vella |
3 | Armenia[17] | 29 800 | 2 974 693 | 101,5 | Erevan |
3/a | Artsakh[17] | 11 458,38 | 143 000 | 12,5 | Step'anakert |
4 | Austria | 83 874 | 8 223 062 | 98,1 | Vienna |
5 | Azerbaigian[17] | 86 600 | 9 624 900 | 105,8 | Baku |
6 | Belgio | 30 528 | 10 449 361 | 342,5 | Bruxelles |
7 | Bielorussia | 207 600 | 9 608 058 | 46,3 | Minsk |
8 | Bosnia ed Erzegovina | 51 205 | 3 871 643 | 75,7 | Sarajevo |
9 | Bulgaria | 110 927 | 6 924 716 | 62,4 | Sofia |
10 | Rep. Ceca | 78 866 | 10 627 448 | 134,8 | Praga |
11 | Cipro | 9 250 | 840 407 | 108,4 | Nicosia |
11/a | Cipro del Nord | 3 355 | 264 172 | 78,0 | Nicosia Nord |
12 | Croazia | 56 594 | 4 470 534 | 79,1 | Zagabria |
13 | Danimarca[18] | 43 028 | 5 569 077 | 129,3 | Copenaghen |
13/a | Groenlandia[19] | 2 166 086 | 57 695 | 0,027 | Nuuk |
13/b | Fær Øer[20] | 1 395 | 49 947 | 35,9 | Thorshavn |
14 | Estonia | 45 227 | 1 257 921 | 27,8 | Tallinn |
15 | Finlandia[21] | 336 756 | 5 240 297 | 15,6 | Helsinki |
15/a | Isole Åland[22] | 1 580 | 28 502 | 18,0 | Mariehamn |
16 | Francia[23] | 551 500 | 62 814 233 | 115,5 | Parigi |
17 | Georgia[17] | 69 700 | 4 352 244 | 66,0 | Tbilisi |
17/a | Abcasia | 8 432 | 242 862 | 29,0 | Sukhumi |
17/b | Ossezia del Sud | 3 900 | 55 000 | 18,0 | Tskhinvali |
18 | Germania | 357 093 | 80 996 685 | 226,9 | Berlino |
19 | Grecia[24] | 131 957 | 10 775 557 | 81,7 | Atene |
20 | Irlanda | 70 124 | 4 832 765 | 68,8 | Dublino |
21 | Islanda | 103 000 | 317 351 | 3,1 | Reykjavík |
22 | Italia[25] | 301 340 | 61 680 122 | 204,7 | Roma |
23 | Lettonia | 64 571 | 2 165 165 | 33,5 | Riga |
24 | Liechtenstein | 160 | 37 313 | 233,2 | Vaduz |
25 | Lituania | 65 300 | 3 505 738 | 53,8 | Vilnius |
26 | Lussemburgo | 2 586 | 520 672 | 201,3 | Lussemburgo |
27 | Macedonia | 25 713 | 2 091 719 | 82,6 | Skopje |
28 | Malta | 316 | 412 655 | 1 306 | La Valletta |
29 | Moldavia[26] | 33 850 | 3 583 288 | 105,9 | Chișinău |
29/a | Transnistria[27] | 4 163 | 505 153 | 121,3 | Tiraspol |
30 | Monaco | 2,0 | 30 508 | 15 645 | Monaco |
31 | Montenegro | 13 812 | 650 036 | 47,1 | Podgorica |
32 | Norvegia[28] | 323 792 | 5 147 792 | 15,9 | Oslo |
32/a | Svalbard e Jan Mayen | 62 081 | 1 872 | 0,03 | Longyearbyen |
33 | Paesi Bassi[29] | 41 540 | 16 877 351 | 420,4 | Amsterdam |
34 | Polonia | 312 417 | 38 346 279 | 122,6 | Varsavia |
35 | Portogallo[30] | 91 370 | 10 545 959 | 118,1 | Lisbona |
36 | Regno Unito[31] | 242 873 | 63 742 977 | 260,4 | Londra |
36/a | Regno Unito Akrotiri e Dhekelia | 254 | 14 500 | 58,3 | Episkopi Cantonment |
36/b | Gibilterra | 6,5 | 29 185 | 4 490 | Gibilterra |
36/c | Guernsey | 78,0 | 65 849 | 844 | Saint Peter Port |
36/d | Jersey | 116,0 | 96 513 | 832 | Saint Helier |
36/e | Isola di Man | 572 | 86 866 | 151,9 | Douglas |
37 | Romania | 238 391 | 21 729 871 | 91,2 | Bucarest |
38 | Russia (parte europea)[32] | 3 965 463 | 105 913 327 | 26,7 | Mosca |
38/bis | Russia (territorio totale)[33] | 17 098 242 | 143 975 923 | 8,4 | Mosca |
39 | San Marino | 61 | 32 742 | 537 | San Marino |
40 | Serbia[34] | 77 472 | 7 209 764 | 93,1 | Belgrado |
40/a | Kosovo[35] | 10 894 | 1 859 203 | 170,8 | Pristina |
41 | Slovacchia | 49 036 | 5 443 583 | 111,0 | Bratislava |
42 | Slovenia | 20 273 | 1 988 292 | 98,1 | Lubiana |
43 | Spagna[36] | 498 284 | 45 474 261 | 94,6 | Madrid |
44 | Svezia | 450 295 | 9 723 809 | 21,6 | Stoccolma |
45 | Svizzera | 41 282 | 8 061 516 | 195,2 | Berna |
46 | Ucraina[37] | 603 517 | 44 291 413 | 73,4 | Kiev |
46/a | Crimea e Sebastopoli[38] | 26 944 | 2 342 086 | 86,9 | Sinferopoli |
47 | Ungheria | 93 027 | 9 919 128 | 106,6 | Budapest |
48 | Città del Vaticano | 0,44 | 842 | 1 914 | Città del Vaticano |
49 | Kazakistan (parte europea)[39] | 145 908 | 715 600 | 4,9 | (Oral/Atyrau) |
49/bis | Kazakistan (territorio totale)[40] | 2 724 902 | 17 498 145 | 6,4 | Astana |
50 | Turchia (parte europea)[41] | 23 703 | 10 840 476 | 457,3 | (Istanbul) |
50/bis | Turchia (territorio totale)[42] | 783 562 | 77 695 904 | 97,0 | Ankara |
TOTALE | 10 300 734 | 730 183 926 | 70,88 | ||
TOTALE definitivo | 26 772 366 | 851 884 495 | 31,81 |
Lo stesso argomento in dettaglio: Euroregione. |
Le suddivisioni dell'Europa in regioni sono sempre convenzionali e dunque variano in base ai criteri adottati dai vari autori in base alla scelta di dare la prevalenza a fattori di geografia fisica, o economici, o storici o antropologici o politici. Le due mappe a fianco rappresentano quindi solo due esempi dei criteri in uso; entrambi dividono l'Europa in base ai punti cardinali in Occidentale, Orientale, Settentrionale, Meridionale, Centrale. Altri criteri sono diversi anche nel numero e nella denominazione delle regioni.
Lo stesso argomento in dettaglio: Europa occidentale. |
In senso più ampio, il concetto di Europa occidentale si riferisce all'intera metà occidentale dell'Europa, includendo dunque in essa la penisola iberica (Spagna, Portogallo, Andorra), la penisola italiana (Italia, San Marino, Città del Vaticano), i paesi nordici (Norvegia, Svezia, Finlandia, Islanda, Danimarca), i paesi alpini (Svizzera, Liechtenstein, Austria), le isole Britanniche (Regno Unito ed Irlanda), la Germania, la Francia, il principato di Monaco, i Paesi Bassi, il Belgio, il Lussemburgo.
Usato in senso storico o politico (riferendosi alle divisioni della Guerra fredda), il termine può includere anche la Grecia e la Turchia europea.
Secondo il criterio più ristretto rappresentato nella prima mappa[43], l'Europa Occidentale (indicata con il colore rosso) include Gran Bretagna, Irlanda, Francia, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo e Svizzera.
Secondo il criterio adottato dall'ONU, fanno parte dell'Europa occidentale Francia, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo, Germania, Austria, Svizzera (in colore celeste nella seconda mappa).
Lo stesso argomento in dettaglio: Europa orientale. |
Secondo il senso più ampio, l'Europa orientale comprende le repubbliche europee dell'ex Unione Sovietica (Bielorussia, Moldavia, Russia, Ucraina, Estonia, Lettonia, Lituania, la parte europea del Kazakistan), i paesi i cui territori ricadevano dell'ex Patto di Varsavia (Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria[44], Bulgaria, Romania), i paesi dell'ex Jugoslavia (Bosnia-Erzegovina, Croazia, Macedonia, Serbia, Montenegro) e i rimanenti paesi della penisola Balcanica (Albania, Grecia e la parte europea della Turchia).
Durante la Guerra fredda, l'espressione "Europa orientale" era molto usata ed era sinonimo di Blocco comunista.
Secondo gli autori anglosassoni l'Europa orientale include anche i territori del Caucaso e i paesi Transcaucasiani: Armenia, Azerbaigian, Georgia, che in genere non sono neanche considerati paesi europei, ma asiatici[8].
Secondo il criterio più ristretto rappresentato nella prima mappa[43] l'Europa orientale (indicata con il colore arancione) include Russia, Lituania, Lettonia, Bielorussia, Ucraina, Moldavia, Romania e la parte europea del Kazakistan.
Secondo il criterio adottato dall'ONU, nell'Europa orientale, (in colore rosa scuro nella seconda mappa), sono compresi la Russia e tutti i paesi dell'ex patto di Varsavia tranne gli Stati baltici.
Lo stesso argomento in dettaglio: Europa centrale. |
Il criterio di Europa centrale è uno dei più variabili, in base ai criteri adottati.
Secondo il criterio rappresentato nella prima mappa [43] si includono nell'Europa centrale (indicata con il colore azzurro) Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Liechtenstein, Austria, Slovenia, Germania.
Il criterio adottato dall'ONU non prevede la regione dell'Europa centrale.
Lo stesso argomento in dettaglio: Europa settentrionale. |
L'Europa settentrionale comprende i paesi nordici, ossia la Scandinavia nel suo senso più ampio: Norvegia, Svezia, Finlandia, Islanda e Danimarca.
Secondo il criterio rappresentato nella prima mappa (dove è indicata con il colore viola)[43] anche l'Estonia è considerata come un paese dell'Europa settentrionale, per la sua localizzazione e per i forti legami culturali con la Finlandia.
Secondo il criterio adottato dall'ONU, l'Europa settentrionale comprende, oltre ai paesi nordici, anche i paesi baltici (Estonia, Lettonia e Lituania), Irlanda e Regno Unito (in azzurro scuro nella seconda mappa).
Lo stesso argomento in dettaglio: Europa meridionale. |
Secondo il senso più ampio, sono compresi nell'Europa meridionale tutti i territori del bacino mediterraneo; essa include quindi la penisola iberica (Spagna, Portogallo, Gibilterra e Andorra), la penisola italiana (Italia, San Marino, Città del Vaticano), la penisola balcanica (Albania, Bosnia Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Grecia, Macedonia, Serbia, Montenegro e Kosovo), Malta, la Turchia europea e l'isola di Cipro. A volte sono inclusi nell'Europa meridionale anche la Romania, il sud della Francia (con la Corsica) e il principato di Monaco.
Secondo il criterio più restrittivo rappresentato nella prima mappa[43] l'Europa meridionale (indicata con i colore verde) comprende solo gli stati delle penisole iberica, italiana e balcanica.
Secondo il criterio adottato dall'ONU, l'Europa meridionale include gli stati delle penisole iberica, italiana e balcanica, esclusa la Bulgaria e compresa la Turchia europea (nella seconda mappa in colore verde intenso).
Lo stesso argomento in dettaglio: Paese transcontinentale § Europa e Asia. |
Alcuni stati si estendono, oltre che in Europa, anche in Asia (nella prima mappa i territori asiatici di questi paesi sono indicati con il colore rosa chiaro); essi sono: Russia, Kazakistan, Turchia.
In base ai criteri della prima mappa[43], anche l'Azerbaigian e la Georgia, altrimenti considerati paesi totalmente asiatici, rientrano in questa categoria, ed anche per essi i loro territori asiatici (compresa l'exclave dell'Azerbaigian di Nakhchivan) sono stati indicati nella prima mappa con il colore rosa chiaro.
Sempre in base ai criteri della prima mappa[43], altri territori (indicati con il colore rosa scuro) sono considerati appartenenti fisicamente al continente asiatico, ma sono considerati ugualmente parte dell'Europa per motivi storici e culturali: essi sono l'Armenia e Cipro. Secondo altri criteri l'Armenia e l'exclave azera di Nakhchivan (di cui si è riferito prima) rientrano pienamente nell'Asia.
La popolazione dell'Europa, comprendendo le regioni del versante settentrionale del Caucaso, conta circa 740.000.000 abitanti, distribuiti su 10.091.000 km². La densità media è pari a circa 70,6 abitanti/km².
L'Europa, se da un lato è uno dei continenti più piccoli, dall'altro ha un'elevata densità di popolazione, seconda solo a quella dell'Asia. Le cause di tale concentrazione sono da ricercarsi in molteplici fattori, in primo luogo la posizione geografica: l'Europa è infatti quasi del tutto compresa nella fascia temperata e l'80% del territorio è utilizzabile per l'agricoltura e le attività umane.
Nel corso dei secoli, il continente ha subito forti incrementi e decrementi di popolazione, legati agli avvenimenti storici. I primi dati attendibili risalgono all'era cristiana, quando si ritiene che in Europa vivessero 40 milioni di persone, concentrate sulle sponde del mar Mediterraneo. In seguito alle invasioni barbariche provenienti da oriente ci fu un forte calo dovuto alle guerre continue, alle carestie e alle epidemie. Intorno all'anno 1000, grazie alla rinascita dell'agricoltura e alla conseguente ripresa economica, la popolazione si era nuovamente assestata sulle cifre dei secoli precedenti. A partire dall'XI secolo e fino agli inizi del XIV ci fu un costante aumento: dai circa 35 milioni di abitanti nell'anno 1000, si arrivò a 80 milioni nel 1330. Poco più tardi, però, questa crescita subì una battuta d'arresto a causa di diverse epidemie di peste, la più terribile quella del 1347, che fecero 20 milioni di vittime.
Nel Quattrocento la popolazione tornò ad aumentare e tale tendenza continuò ininterrottamente con la sola eccezione di una fase di stagnazione nella prima metà del XVII secolo.
Agli inizi del Settecento la popolazione era salita a 110[45]-125 milioni. A permettere tale incremento era stato il forte calo del tasso di mortalità infantile, conseguenza a sua volta del miglioramento delle condizioni igieniche e sanitarie di gran parte della popolazione e del progresso economico conseguente alla rivoluzione industriale e alla rivoluzione agricola.
Da quella data in poi l'incremento demografico fu continuo nonostante l'emigrazione in altri continenti[45] in seguito al quale, già nel 1800, avevano lasciato l'Europa 180 milioni di persone che divennero 390 milioni nel 1900, 500 milioni nel 1930[45], 540 milioni nel 1950[45] e 700 milioni nel 2000[senza fonte].
Dopo una fase di crescita zero, dal 2000 in poi in Europa è iniziato un declino demografico causato dalla diminuzione della natalità, caso unico al mondo in quanto tutti gli altri continenti registrano ritmi di crescita decisamente elevati.
Lo stesso argomento in dettaglio: Lingue parlate in Europa ed Eurolinguistica. |
I dialetti e le lingue romanze, parlate in Europa da quasi 300 milioni di persone, sono tutte scritte usando l'alfabeto latino e dovrebbero corrispondere a quello di tutte le varietà neolatine (dette dialetti romanzi) parlati all'interno della Romània. Alcune di queste lingue però hanno subito nel corso del tempo delle normalizzazioni (per il lungo uso, l'opera delle Accademie e dei grammatici nonché il peso della tradizione letteraria) e godono di uno status di ufficialità: il portoghese (con oltre 11 milioni di parlanti)[46], lo spagnolo (con quasi 50 milioni di parlanti)[46], il francese (con oltre 70 milioni di parlanti)[46], l'italiano (con oltre 65 milioni di parlanti)[46], il romeno (con quasi 25 milioni di parlanti) e il catalano (con quasi 10 milioni di parlanti). A queste possiamo aggiungere le lingue alle quali è stato riconosciuto uno status di ufficialità in ambito locale, sebbene non abbiano ricevuto una normalizzazione o l'abbiano ricevuta incompleta o non unanimemente accettata dai locutori: il galiziano, il mirandese[47], l'occitano, il francoprovenzale o arpitano, l'aromeno, il sardo, il corso, il friulano, il ladino dolomitico, il romancio, l'asturiano, l'aragonese, il leonese, il limosino, il piccardo, il vallone, il normanno, il gallo, il ligure, il piemontese, il veneto, il lombardo, l'emiliano, il romagnolo, il napoletano, il siciliano, l'istrioto, il morlacco, l'istroromeno, il meglenoromeno e il giudeo-spagnolo. Ci sono anche dialetti che non hanno avuto alcuna normalizzazione, perché sono parlate da un numero molto ristretto di persone, per esempio la lingua moesorumena.
Le lingue germaniche, parlate da oltre 300 milioni di persone, usano l'alfabeto latino, a volte leggermente modificato. L'unica lingua germanica scritta con un alfabeto diverso dal latino è lo yiddish, che impiega l'alfabeto ebraico. Le lingue germaniche più diffuse in Europa sono l'inglese (parlato da oltre 70 milioni di persone) e il tedesco (con quasi 85 milioni di locutori). Altre lingue di rilevante importanza sono il nederlandese (con oltre 23 milioni di locutori) e le lingue scandinave (soprattutto danese (con oltre 5 milioni di parlanti), norvegese (con quasi 5 milioni di parlanti) e svedese) (con quasi 10 milioni di parlanti). Sono stimate, inoltre, altre 53 lingue germaniche.
Le lingue slave sono parlate da oltre 315 milioni di persone abitanti in Europa centro-orientale e balcanica[48]. Alcune lingue slave usano l'alfabeto latino con alcuni segni diacritici (bosniaco, ceco, croato, polacco, slovacco, sloveno), altre quello cirillico (bielorusso, bulgaro, macedone, russo, serbo, ucraino), con variazioni minime tra una lingua e l'altra.
Lo stesso argomento in dettaglio: Religioni in Europa. |
La religione in Europa è stata determinante per la grande influenza avuta su arte, cultura, filosofia e diritto. La più grande religione in Europa per almeno un millennio e mezzo è stato il cristianesimo. Una serie di paesi dell'Europa meridionale e orientale hanno maggioranze musulmane. Comunità minori includono l'ebraismo, il buddhismo, il sikhismo, l'induismo, soprattutto in Gran Bretagna e Francia, e l'islamismo.
Attualmente, insieme ai 555 milioni di cristiani (di cui 269 cattolici, 170 ortodossi, 80 protestanti, 30 anglicani) vivono in Europa 32 milioni di musulmani; 3,4 milioni di ebrei; 1,6 milioni di induisti; 1,5 milioni di buddisti e 500mila sikh.
Lo stesso argomento in dettaglio: Economia d'Europa. |
L'economia d'Europa comprende più di 731 milioni di persone in 48 diversi Stati. Come in altri continenti la ricchezza degli stati in Europa varia, anche se gli stati più poveri sono ben al di sopra dei più poveri stati di altri continenti in termini di prodotto interno lordo e qualità di vita. La differenza di ricchezza in Europa può essere visto grossomodo durante la guerra fredda, dove si può notare il divario tra paesi come: Portogallo, Slovenia e Repubblica Ceca. Mentre gran parte degli Stati europei hanno un PIL pro capite superiore alla media del mondo e sono molto sviluppate (Liechtenstein, Lussemburgo, Principato di Monaco, Andorra, Norvegia, Svezia, Paesi Bassi, Svizzera), alcune economie europee, nonostante la loro posizione superiore alla media mondiale (tranne per la Moldavia e la Turchia) hanno un Indice di sviluppo Umano (Armenia, Kosovo, Macedonia, Ucraina, Azerbaigian, Georgia, Bosnia-Erzegovina, Albania, Kazakistan) al di sotto dei paesi europei più ricchi.
L'Europa è una delle zone più ricche del globo: troviamo infatti grandi potenze dal punto di vista economico, quali Germania, Italia, Francia, Regno Unito, Russia e Spagna, che detengono un prodotto interno lordo nominale molto alto. L'economia europea può essere geograficamente divisa in due grandi zone: quella occidentale, caratterizzata da economie fortissime e valori di sviluppo alti, e quella orientale, in cui la ricchezza decresce verso Est, pur essendovi economie caratterizzate da un forte tasso di crescita. Grazie alla sua varietà di luoghi e di storia, l'Europa ha tutti i settori economici molto sviluppati: l'agricoltura, con il Bassopiano Sarmatico, il Bassopiano Francese, la Pianura Padana, il Bassopiano Germanico e le pianure spagnole, l'industria, con le aree di Parigi, Berlino, della Renania Settentrionale-Westfalia, Londra, Mosca, Istanbul (in parte in territorio Asiatico), Barcellona, dell'Italia del centro-nord e molte altre, e il settore terziario, in cui, oltre alle attività finanziarie, assicurative e bancarie, spicca il turismo: infatti in Europa vi sono 3 delle nazioni più visitate al mondo: Italia, Spagna e Francia. Il turismo è uno dei settori più sviluppati dell'economia del continente. L'Europa è infatti il continente che concentra le più svariate e visitate attrazioni turistiche al mondo, potendo contare sui suoi millenni di storia che le hanno tramandato innumerevoli vestigia monumentali, città d'arte, ma vanta anche attrazioni paesaggistiche, naturalistiche, parchi di divertimento.
Lo stesso argomento in dettaglio: Trasporti in Europa. |
I trasporti dell'Europa sono un insieme di principali linee di mezzi di trasporto che prevedono per il movimento di oltre 700 milioni di persone e le relative merci. La geografia politica dell'Europa divide il continente in più di 50 Stati sovrani e territori. Questa frammentazione, con maggiore movimento di persone a partire dalla rivoluzione industriale, ha portato ad un elevato livello di cooperazione tra i paesi europei in via di sviluppo e manutenzione di reti di trasporto. Organizzazioni sovranazionali e intergovernative, come l'Unione europea (UE), del Consiglio d'Europa e l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa hanno portato allo sviluppo di norme internazionali e degli accordi che permettono alle persone e alle merci di attraversare le frontiere d'Europa, in gran parte con livelli unici di libertà e semplicità.
Trasporto aereo, ferroviario, stradale e navale sono diffusi e importanti in tutta Europa. Il vecchio continente era il primo continente per quanto riguarda le ferrovie e il primo al mondo e autostrade ed è ora la posizione di alcuni dei porti più trafficati del mondo e aeroporti. Lo spazio Schengen consente il controllo delle frontiere per gli spostamenti tra 25 paesi europei. Il Trasporto di merci ha un alto livello di compatibilità intermodale e dello Spazio economico europeo consente la libera circolazione delle merci in 30 stati.
Lo stesso argomento in dettaglio: Cultura dell'Europa. |
La cultura dell'Europa potrebbe essere meglio descritta come una serie di molteplici culture, spesso in competizione; regioni geografiche opposte l'un l'altro, Ortodossia in contrapposizione al cattolicesimo al protestantesimo in contrapposizione rispetto al giudaismo al contrario di laicità in contrasto con l'Islam, molti hanno affermato di individuare le linee di faglie culturali in tutto il continente. Andreas Kaplan descrive Europa come un continente che "possiede una massima diversità culturale in distanze geografiche minime".[49] Ci sono molte innovazioni culturali e movimenti, spesso in contrasto tra loro, come ad esempio proselitismo cristiano o Umanesimo. Così la questione della "cultura comune" o "valori comuni" è molto più complessa di quanto sembra essere.
Dopo le culture pagane di aborigeni in Europa, le fondamenta delle moderne culture europee sono state poste dai Greci, rafforzate in seguito dai Romani, stabilizzate dal cristianesimo, aggiunte dal resto d'Europa, rinnovate e modernizzate verso il XIV secolo da rinascimento, umanesimo e protestantesimo e in seguito, nel XVIII secolo, dall'illuminismo, e globalizzata dai successivi imperi europei tra il XVI e il XX secolo. Così la cultura europea trasformata in un fenomeno molto complesso di una più ampia gamma di filosofia, l'umanesimo giudaico-cristiana e laica, modi razionali di vita e di pensiero logico sviluppata attraverso una lunga età di cambiamento e di formazione con gli esperimenti di illuminismo, naturalismo, romanticismo; la scienza, la democrazia, il fascismo, il comunismo, e il socialismo. A causa della sua connessione globale, la cultura europea è cresciuta con un'urgenza di adottare, adattare e, in definitiva influenzare altre tendenze della cultura. È un dato di fatto, quindi, a partire dalla metà del XIX secolo con l'espansione dell'istruzione europea e la diffusione del colonialismo, la cultura europea e il modo di vita, in gran parte, si è trasformata in cultura globale, se così si può chiamare.
Il Santo Patrono dell'Europa e protettore degli europei è San Benedetto da Norcia
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scheme (aiuto), britannica.com.
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