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Un videoproiettore è l'apparecchio elettronico per la visualizzazione del video che esegue tale visualizzazione su una superficie qualsiasi attraverso un processo di proiezione utilizzante la luce. Si contrappone al monitor che esegue invece tale visualizzazione non su una superficie qualsiasi ma su una propria superficie.
Normalmente la visualizzazione del video avviene su quello che è chiamato schermo per videoproiettore il quale possiede caratteristiche adatte a tale visualizzazione.
Il videoproiettore non va confuso con il retroproiettore nel quale la superficie su cui viene visualizzato il video attraverso un processo di proiezione utilizzante la luce è una superficie del retroproiettore stesso.
Un videoproiettore full hd può visualizzare l'immagine video con dimensioni fino a decine di metri di diagonale, quindi anche di gran lunga superiori a quelle di un monitor o di un televisore. La luminosità dell'immagine video visualizzata è però fortemente dipendente dalla luminosità dell'ambiente, molto più di quanto lo sia l'immagine video visualizzata da un monitor o un televisore, tanto che è possibile ottenere una buona qualità dell'immagine solo in un ambiente oscurato.
Lo schermo per videoproiettore è un telo tenuto in tensione in modo da costituire una superficie piatta. Il telo può essere tenuto in tensione da una struttura rigida propria oppure da una struttura rigida non propria. Nel primo caso si tratta di schermi trasportabili con dimensioni fino a qualche metro di diagonale, il secondo caso invece normalmente riguarda schermi fino a decine di metri di diagonale come ad esempio quelli utilizzati nelle sale cinematografiche.
Le proprietà che deve avere il telo sono:
Esistono videoproiettori specificatamente progettati per visualizzare i formati video utilizzati dalla televisione impiegati ad esempio nell'home theater, videoproiettori specificatamente progettati per visualizzare i formati video utilizzati dai computer impiegati ad esempio nella categoria lavorativa SoHo. I videoproiettori vengono anche usati nel campo scolastico, attraverso l'uso delle lavagne interattve multimediali e ultimamente, con la nascita del cinema digitale, videoproiettori specificatamente progettati per il cinema.
In base alla tecnologia utilizzata per realizzare il videoproiettore, si distinguono attualmente sette tipi di videoproiettori:
Lo stesso argomento in dettaglio: Digital Light Processing. |
DLP, acronimo di Digital Light Processing, è una tecnologia brevettata dalla Texas Instruments nel 1987, in cui l'immagine è creata da microscopici specchi disposti in una matrice su un circuito integrato a semiconduttore, chiamato Digital Micromirror Device (DMD). Ogni piccolo specchio rappresenta un pixel e quindi il loro numero corrisponde alla risoluzione dell'immagine proiettata. Matrici 800×600, 1024×768, 1280×720 e 1920×1080 (HDTV) sono le più comuni. Questi specchi possono essere riposizionati rapidamente per riflettere la luce o attraverso la lente del proiettore o su un "assorbitore" di luce (un dissipatore). In tal modo varia l'intensità della luce che attraversa la lente, creando sfumature di grigio in combinazione col bianco (specchi in posizione parallela al fascio di luce) e col nero (specchi perpendicolari al fascio di luce). E allora come si formano tutti gli altri colori? In un proiettore con singolo DMD i colori si ottengono ponendo un piccolo disco rotante tra la lampada e il DMD stesso. Il disco è diviso in quattro parti diversamente colorate: rossa, verde, blu e una sezione vuota per regolare la luminosità. Al variare della velocità del disco, si ottengono diverse combinazioni di rosso, verde e blu, che andranno a formare gli altri colori. Poiché la sezione vuota riduce la saturazione del colore (cioè l'intensità), in alcuni modelli viene omessa. Al contrario, alcuni modelli utilizzano colori addizionali (come per esempio il giallo). Il DMD è sincronizzato con la rotazione del disco colorato, perciò, ad esempio, il verde corrisponde all'istante di tempo in cui la parte verde del disco attraversa il fascio di luce della lampada. Lo stesso vale per il blu e il rosso. La sovrapposizione di immagini rosse, blu e verdi ad un'opportuna velocità fa in modo che lo spettatore osservi l'immagine finale a colori. In alcuni modelli recenti, il disco gira a due o tre volte la velocità del frame, consentendo di avere un'immagine a colori più dettagliata, e altri ancora ripetono lo stesso colore in due sezioni distinte sul disco, dunque una stessa sequenza di colori può essere ripetuta fino a sei volte per frame. Va da sé che per ottenere un risultato migliore rispetto al disco con colori in sezioni singole, la velocità di rotazione dev'essere tanto più alta quanto più le sezioni sono divise. Ciò vuol dire che anche gli altri componenti devono essere più precisi e, in sostanza, il proiettore è più costoso. Nei modelli high-end, il disco colorato è sostituito da led ad alta luminosità, uno per ogni colore primario (rosso, verde, blu), che possono essere accesi e spenti molto rapidamente, permettendo alte velocità di proiezione delle singole sequenze di immagini. Alcuni modelli DLP possono arrivare a costare quanto un'automobile.
Il videoproiettore LCD contiene uno o, sempre più comunemente, tre pannelli separati di cristalli liquidi, uno per ogni componente del segnale video (rosso, verde e blu). La luce proveniente da una lampada, di solito a scarica (nei modelli migliori allo xeno), che emette un colore ideale con uno spettro il più ampio possibile, viene divisa da un prisma nei tre colori fondamentali. Questa lampada deve avere un'altissima luminosità, tra i 2000 e i 4000 ANSI lumen. Quando la luce attraversa i pannelli LCD, ogni pixel può essere aperto per lasciar passare la luce, o chiuso per bloccarla, come se fosse una veneziana. Ciò produce una modulazione della luce, cioè trasporta più informazione di quella di partenza. Proiettando su uno schermo le diverse sfumature ottenute, si ottiene l'immagine continua, il frame finale.
Mentre DLP e LCD ricostruiscono l'immagine in modo digitale, ovvero l'immagine è costituita da un numero fisso di pixel, che ne determina la risoluzione, il proiettore a tubo catodico (CRT) - in origine teleproiettore - funziona in modo analogo ai vecchi televisori, ovvero riproduce l'immagine linea dopo linea in modo analogico, cosa che gli permette una maggiore flessibilità nelle risoluzioni supportate: se, infatti, si vuole riprodurre ad esempio un'immagine di 576 linee pixel, con un videoproiettore digitale sarà possibile riprodurla fedelmente solo se il proiettore stesso supporta esattamente una risoluzione con 576 pixel verticali; in caso contrario, verrà attivato dal dispositivo un rescaler, ossia un circuito elettronico che ridimensiona l'immagine originale, sia essa più grande o più piccola, per ricondurla alla risoluzione supportata dal proiettore; questo può portare a uno sgranamento dell'immagine (perdita di risoluzione) se l'originale era più piccolo, o a una distorsione della stessa (perdita di dettaglio) se l'originale era più grande. Entrambi i fenomeni si verificano anche con proiettori analogici a tubo catodico, ma risultano meno visibili grazie alla continuità con cui il dispositivo analogico riproduce l'immagine.
LCoS è l'acronimo di Liquid Crystal on Silicon.
D-ILA, acronimo di Digital Direct Drive - Image Light Amplifier, è una particolare implementazione della tecnologia LCoS. È stata sviluppata da JVC.
SXRD, acronimo di Silicon X-tal Reflective Display, è una particolare implementazione della tecnologia LCoS. È stata sviluppata da Sony.
Questa tecnologia, si basa sulla tecnologia laser, in modo del tutto analogo a quanto fatto con il monitor laser.
Ognuna delle tre tecnologie sopraelencate presenta vantaggi e svantaggi nella riproduzione dell'immagine, oltre alla suddetta distinzione tra analogico e digitale:
Esistono mini proiettori o anche noti come pico projectors, in formato tascabile (pocket), che si possono utilizzare soprattutto per mini riunioni, e quindi da collegare ai moderni smartphone o tablet, ma anche direttamente dalla fotocamera digitale.
Questi dispositivi, data la loro piccola dimensione, riescono a proiettare solo a limitate distanze, fino a 3 metri. Normalmente hanno pochi lumen, per cui hanno bisogno di ambienti molto bui
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